L’Italia diventi credibile agli occhi di Trump

Finché rimarrà il Governo mai eletto di Gentiloni, l’Italia sarà sempre considerata inaffidabile e non credibile dal punto di vista nazionale, europeo e mondiale. Mancando cioè di democraticità e rappresentanza legittima. A ragione il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, oggi guarda con preoccupazione alla situazione politica italiana dato l’ostruzionismo e il blocco della sinistra politica alle libere elezioni del popolo italiano. Il futuro della Nato, gli investimenti nella difesa, le basi Usa in Italia, l’impegno nelle missioni militari, le invasioni migratorie dall’Africa e la lotta al terrorismo, la sicurezza nel Mediterraneo e l’alleanza con la Russia, il fronte mediorientale, tutto questo necessita, oltre che di governi italiani legittimi, la rappresentanza democratica certa, affidabile e credibile al fianco degli Stati Uniti. Il rapporto transatlantico è strategico. L’accordo di Trump con Putin per sconfiggere il terrorismo islamico, così come la stabilizzazione politica di Libia e delle migrazioni con il ritorno nei Paesi di provenienza e la ricollocazione, sono temi cui dare risposta con e in appoggio della politica di Washington.

Trump non considera affatto l’Europa terra di conquista russa, ma, piuttosto, alleata fedele accomunata dagli stessi valori propri dell’Occidente quali sono la laicità, la libertà e la democrazia. Trump vuole un’Europa nuova, affatto tedesca, non “colpevolizzante” la Russia di Vladimir Putin, libera e autonoma. Gli Stati Uniti hanno fin troppo stringenti i problemi con la Nord Corea e con l’Iran per imbarcarsi in sofismi riguardo l’Europa unita che vuole come alleata fedele. Trump non ha mai messo peraltro mai in discussione il rapporto con il Regno Unito di Theresa May cui ha garantito appoggio e una sorta di “tamquam non esset” riguardo il post Brexit. A tal riguardo il Regno Unito sembra essere giunto a un accordo con l’Unione europea in base a cui pagherebbe cinquanta miliardi di euro di uscita, da diluire in molti anni a venire. A metà dicembre 2017 si avvieranno i negoziati sui futuri rapporti della Gran Bretagna con i ventisette Stati membri, in modo da garantire, da marzo 2019, la transizione ordinata. Inutile dire come sia necessario per la centralità dell’Italia che essa rompa il muro della sinistra e inizi a costruire e vivere il proprio futuro politico, nazionale, europeo e mondiale.

Aggiornato il 02 dicembre 2017 alle ore 10:00