La costituente del blocco nazionale

giovedì 11 gennaio 2018


Domani verrà ufficialmente presentato in Roma, all’Albergo Nazionale (Piazza Montecitorio, ore 10), il Blocco Nazionale per le Libertà. L’iniziativa riprende il nome dal raggruppamento liberal-conservatore capeggiato da Vittorio Emanuele Orlando nell’immediato secondo dopoguerra. Il movimento raccoglie uomini di cultura liberale, cattolica e di destra che intendono affiancare il centrodestra come coscienza ideale; convinti che nessuna azione di governo possa giungere a risultati duraturi, nel reale interesse della Nazione, senza un aggancio forte alla tradizione che fece l’Italia unita, non dimentica del senso dello Stato, retaggio della monarchia sabauda dallo Statuto a Vittorio Veneto, di cui proprio quest’anno ricorre il centenario. Angelo Novellino, uno dei principali promotori, dichiara: “Viviamo in una democrazia moribonda, senza popolo, oppressi da un’oligarchia di privilegiati. Occorre un’assemblea costituente per restituite l’Italia agli Italiani”.

Il programma del Blocco Nazionale comprende una riforma organica che ridia funzionalità alle province e alle prefetture, che elimini il sistema delle città metropolitane e delle regioni, fonte di latrocini inenarrabili, la difesa della famiglia. In economia dignità del lavoro e tutela del risparmio dal sistema bancario.

Riccardo Scarpa manifesta l’adesione dell’Associazione Nazionale Democratici Liberali, anche differenziandosi dalle posizioni di altre componenti sullo Ius soli: “Solo chi non conosce la storia del diritto non sa che il concetto romano di Nazione è l’opposto di quello greco, cioè balcanico, di ethnos. Natio vuol dire nati sul suolo dello Stato, come insegna tutta la vicenda del cittadino romano della provincia di Siria e d’etnia ebraica Paolo di Tarso, ed è ciò che fece grande ed universale Roma. Una Nazione sin dall’origine multietnica. Invece l’etnocentrismo delle Polis greche disgregò la Grecia e la prese. Anche per quanto riguarda l’Europa, bisogna ch’essa torni alle origini, l’Unione sia un Foedus, e non un cartello d’interessi economici”.


di Massimo Ascolto