La Corte costituzionale garantisca il voto diretto degli italiani

Ci sono tre ricorsi oggi alla Consulta su cui la Corte può pronunciarsi rendendo il voto degli italiani diretto e diretta e stringente la nostra manifestazione di volontà. La Corte costituzionale è oggi cioè nella condizione di rivedere preventivamente la nuova legge elettorale che, incostituzionale, non garantisce la corrispondenza tra l’elettore italiano e l’eletto che egli vuole suo rappresentante, conseguente e diretto. La attuale legge elettorale, al contrario, garantisce agli inciucioni cioè proprio a quelli che nessun italiano vuole oltremodo vedere ed avere più tra i piedi né tantomeno dargli un seggio certo in Parlamento (dopo tutto quello che hanno fatto contro gli italiani), consente di sedersi ed arrivare non scelti né indicati direttamente e sedere in Parlamento sulla poltrona super stipendiata da noi tutti. I partiti politici, tutti i partiti politici stanno infatti lavorando alacremente all’ennesimo assalto frega italiani, senza faccia né vergogna alcuna. Gli stessi contano sul fatto che, tra seggi e quote di sbarramento, angoli uninominali e proporzionali, chi non sarebbe mai più voluto dall’intero popolo italiano, raggiunga la sedia e soprattutto il malloppo a nostre spese. In pratica i partiti politici sanno a mena dito che, in base ad anfratti di legge ben celati nella novella legge, i più invisi di loro, quelli che hanno commesso i maggiori danno, siederanno in Parlamento.

Cosa bisogna allora fare adesso. Va prontamente tutelato il diritto degli italiani al voto. Che è il diritto di noi tutti a votare ed avere ciò che si vuole. In base a programmi politici economici veri e non per garantire la poltrona. Tecnicamente sono stati presentati alla Corte costituzionale alcuni ricorsi da Roma, da Firenze e da L’Aquila allo scopo di fare controllare preventivamente alla Consulta la incostituzionalità di ciò che ostacola e impedisce la corrispondenza del nostro voto di italiani a ciò che realmente vogliamo. La nuova legge elettorale, così come è adesso, viola il diritto di voto di noi tutti, diritto sancito riconosciuto e protetto dall’articolo 48 della nostra Costituzione. Al contrario, è un dato di fatto che oggi il voto dato a un partito potrà finire così come finirà a una lista diversa, in violazione chiara e palese del principio del voto diretto degli italiani.

La violazione e l’incostituzionalità nasce da un gioco di soglie elettorali care a chi gioca a fregare compagni contro gli italiani. La violazione e l’incostituzionalità ledono qualsivoglia principio di ragionevolezza oltre che di eguaglianza. Quelli che vorrebbero paracadutarsi al parlamento stanno in questo momento usufruendo della candidabilità al collegio uninominale e allo stesso tempo in altri cinque collegi plurinominali in modo da essere sicuri di metterla in quel posto agli italiani. Nessuna competizione e nessuna trasparenza, tutta una chiara presa per i fondelli di noi tutti. Contro noi tutti. Sconfitto e bocciato cioè dagli elettori italiani nel collegio uninominale, il cane rientra con il proporzionale: la violazione dei diritti di voto degli italiani. È importante quindi che la Corte costituzionale corregga l’evidente incostituzionalità. Prima del voto. Non si forzi la mano, perché va a finire male.

Aggiornato il 16 gennaio 2018 alle ore 09:00