La sindrome letale delle larghe intese

venerdì 19 gennaio 2018


Inutile dire che l’Unione europea preferibilmente per l’Italia ha sempre tifato centrosinistra piuttosto che centrodestra, basterebbe ricordare i sorrisini ipocriti della Merkel e Sarkozy a Berlusconi.

Oggi in vista delle elezioni del 4 marzo i papaveri dell’Unione, Pierre Moscovici in testa, ben sapendo che il centrosinistra sicuramente non potrà farcela, ripiegano obtorto collo sulle larghe intese. Per questo il commissario francese in modo assolutamente inaccettabile si spertica con dichiarazioni su Paolo Gentiloni e sui risultati auspicabili del voto in Italia. Si tratta ovviamente di un’interferenza non solo indebita, ma piuttosto ridicola visto che la Francia in tema di Ue non è mai stata un esempio nobile.

La verità è una sola, in Europa, a partire dall’asse portante franco-tedesco, hanno paura e la paura non nasce da chi potrebbe vincere in Italia, ma dalla consapevolezza delle fragilità crescenti del patto europeo. Lo stesso Mario Draghi, al quale si deve il salvataggio della moneta unica e del sistema Europa, è perfettamente conscio dei problemi futuri di tenuta. Esiste eccome il timore di quel che accadrà quando sarà obbligatorio invertire la politica monetaria e quando si dovrà riassorbire l’enormità di debito messo in circolazione. Come esiste il timore di un’economia che è sempre più disuniforme fra i Paesi Ue e quello dei troppi trattati da rivedere per ovvie ragioni. Per farla breve, la cura adottata dalla Banca centrale europea che ha nascosto gli effetti, ma non le cause della malattia, impaurisce i soloni europei.

Ecco perché non potendo contare sulla solita e supina obbedienza del centrosinistra italiano, che difficilmente vincerà le elezioni, puntano alle larghe intese. Insomma, esiste un anello di congiunzione fra l’Europa e l’Italia per spingere a un pareggio elettorale che inevitabilmente porterebbe a un Governo d’inciucio fra Pd, FI e qualcun altro consenziente.

Per farla breve, la sindrome da larga intesa è più viva che mai. Si tratta per noi dell’ipotesi più letale possibile e non solo perché basterebbe pensare all’esperienza Monti per certificarlo, ma perché gli elettori non perdonerebbero mai più un’ipocrisia simile. Dalla larga intesa, infatti, uscirebbe fuori un programma barzotto, amorfo, ambiguo, un governo marmellata, una maggioranza politicamente ipocrita verso i cittadini.

Ecco perché invitiamo gli italiani a votare e a farlo in massa, per consentire al Paese una maggioranza e un Governo chiaro, definito, coerente e stabile. Dal 2011 in poi siamo precipitati all’inferno e quel minimo di ripresa che viviamo tutto è fuorché strutturale. Il centrosinistra aiutato dai trasformismi e dai transfughi ha fallito e l’Italia non funziona, il 4 marzo sarà l’occasione per chiarirlo una volta per tutte.


di Elide Rossi e Alfredo Mosca