Urina al gazebo di Fdi: senza vergogna

martedì 30 gennaio 2018


Milano, Piazza Argentina, gazebo di Fratelli d’Italia al quale erano presenti, oltre ad alcuni militanti, anche i candidati alla Regione Lombardia Riccardo De Corato e Deborah Dell'Acqua. Arriva una macchina con dei gruppettari dei centri sociali (due donne e un uomo) che, dopo aver devastato il banchetto e insultato i presenti, pensano bene di aggredire un vecchio militante mandandolo all’ospedale.

La qual cosa farebbe anche schifo se non fosse che, quando uno pensa di aver toccato il fondo, c’è sempre da grattare: una gentil donna facente parte dell’amabile commando pensa bene di abbassarsi i pantaloni ed urinare sul materiale elettorale con grazia e leggiadria ritenendo così di suggellare il magico momento di grande democrazia e civiltà. Il tutto tenendo il dito medio alzato in segno di ringraziamento per lo splendido scambio di idee ed a dimostrazione della volontà da parte di questa nobildonna di voler lasciare un pezzo di sé (sono pur sempre sostanze organiche, no?) come ricordo del grande dibattito. E menomale che, di fronte a quei pugni, i militanti di destra non hanno reagito perché altrimenti ci saremmo dovuti sorbire la filippica dei giornaloni progressisti che ci avrebbero montato una grossa mistificazione come spesso è successo negli anni di piombo (anche quando a destra ci scappava qualche morto di troppo).

Il risultato invece è stato un silenzio assordante: silenzio da parte del Sindaco di Milano che qualche mese fa si è fatto fotografare col pugno alzato e quindi coerentemente tace compiaciuto di fronte a questo schifo e silenzio da parte di Laura Boldrini, la paladina dei diritti, quella preoccupata per i rigurgiti di violenza (mica tutti), quella che ti manda la polizia postale per un commento di troppo su Facebook ma che evidentemente ritiene l’aggressione ad un fascista un atto meritevole e sacrosanto.

E silenzio anche da parte del ministro dell’Interno, quello del “vigileremo sui movimenti estremisti” il quale evidentemente ha un concetto tutto suo di “movimenti estremisti” che probabilmente non contempla quei bravi guaglioni dei centri sociali, quei compagni un pochino scoppiati che di tanto in tanto danno di matto ma che alla fine se la prendono coi cellerini e con le destre mica con quelli normali. Non pervenuto nemmeno l’onorevole Fiano, quello che “guai ad appendere i calendari della Buonanima”, quello che “la violenza si combatte a cominciare dai simboli” ma che di fronte ai cazzotti proletari ed alle pisciate partigiane non proferisce verbo.

Che poi alla fine basta guardare il viso della elegante urinatrice per scorgere nei suoi occhi la tracotante sicurezza di chi sa bene che non le accadrà nulla, di chi è certo che un simile atto sarà trattato con bonaria comprensione perché alla fine non lo si considera un gesto così censurabile. Sono compagni che sbagliano, vero? Bandiera rossa la trionferà ed una pisciatina cosa mai sarà.


di Vito Massimano