Gli inutili assedi strumentali

giovedì 8 febbraio 2018


Che la campagna elettorale scateni nella pattuglia mediatica radical chic una dose di veleno e di accanimento inverosimile è una certezza costante. L’altro giorno, infatti, su La7 a “Dimartedì”, Floris, Scanzi e un appesantito Friedman hanno letteralmente accerchiato e assediato Giorgia Meloni nel tentativo solito di farla inciampare malamente. Si tratta oramai da parte dei giornalisti, degli opinionisti e dei cosiddetti intellettuali di sinistra, di una sorta di rito piuttosto rozzo, che con la Meloni non funziona. Non funziona perché Giorgia è una tigre, perché si prepara scrupolosamente, perché è una politica giovane ma scaltra. Insomma, è difficile passare con la Meloni, specialmente se le domande per quanto a raffica, strumentali e per certi versi diabolicamente demenziali sono sempre le stesse.

L’unica cosa che ci sentiamo di consigliare all’onorevole Meloni è quella di evitare la definizione “insigne economista” sia a Floris che a Friedman. Infatti, non solo non ci risulta che i due abbiano sfiorato il Nobel in materia, ma che nemmeno abbiano la titolarità di simili e prestigiose cariche. Insomma, non basta il successo giornalistico e qualche primato nelle vendite per diventare novelli Keynes. Oltretutto, specialmente i due, Floris e Friedman, sembravano solo ossessionati a sparare a zero su Berlusconi con l’intento di creare zizzania e basta.

Come se non bastasse, Friedman ha reiterato la solita cantilena sulla flat tax e sulla curva di Laffer neanche le teorie relative fossero state elaborate da pulcinella. Si tratta dei soliti tentativi di far credere che tutto quanto venga proposto dal centrodestra sia ridicolo e inapplicabile. Ovviamente non è così, non fosse altro perché fino a oggi tutte le pratiche fiscali e di bilancio applicate dal centrosinistra sono risultate devastanti, esasperanti, controproducenti.

Ecco perché l’Italia ha bisogno di una curva a U sul tema e sulle politiche economiche di Governo. Per farla breve, mentre incoraggiamo la Meloni a tenere duro sulla sua strada e sulla alleanza con Salvini e Berlusconi, le suggeriamo di iniziare a non rispondere più a tante interrogazioni sciocche, puerili, inutili, che il mondo radical chic insiste a porgere.


di Elide Rossi e Alfredo Mosca