A quelli che mi domandano...

martedì 20 febbraio 2018


A quelli (pochi, in verità, cosa che mi consola…) che mi domandano se “dunque”, voterò per i Radicali o, con meno distratta fantasia “per Emma Bonino”, rispondo con un infastidito “No”.

Ho già definito quello di alcuni post-radicali all’atto della presentazione delle candidature e del loro mercimonio con Tabacci un episodio di accattonaggio, che con quello che fu in un tempo oramai lontano, il Partito Radicale, non ha nulla a che fare, anche se è una coerente prosecuzione di un mestiere che quegli accattoni di oggi hanno appreso dall’accattonaggio cui si ridusse quel che restava del Partito Radicale all’atto del suo suicidio nell’oramai lontanissimo 1988.

Di fronte al fatto che si pretenda di parlare oggi per questa operazione (che come operazione di accattonaggio avrà magari successo) di “eredità di Pannella”, non ho che da ripetere, con dolore e non senza riconoscere anche qualche mia responsabilità per aver tardato l’uscita da quella oramai triste trappola e per il fatto di non aver sbattuto forte la porta, che Marco Pannella non ha lasciato alcuna eredità, avendo sperperato il patrimonio politico della gioventù in vaghe battaglie per l’esaltazione del suo “metodo”, il digiuno per attirare l’attenzione sul fatto che digiunava, con approssimativi vaghi e intermittenti riferimenti al sentito dire ai grandi e vaghi problemi.

Mi costa dolore e mortificazione dire tutto ciò, ma ci sono falsificazioni al margine dei drammi che investono il nostro Paese di fronte alle quali tacere è oramai assurda complicità. Ripeto: come accattonaggio quello di Emma Bonino sarà pure di qualità e di successo. Ognuno trae dal proprio limone il succo che contiene. C’è anche, ovviamente, il succo dell’accattonaggio e quello di Emma Bonino sarà anche più abbondante e “pregevole” di quello di altri limoni. Ma è all’accattonaggio che dico “No”. Ed al fatto che si ritiri in ballo il Partito Radicale. Che visse assai poco ma con onore. E mi dispiace che qualcuno mi abbia messo in condizione di dirlo ad alta voce.


di Mauro Mellini