Diritti fondamentali nell’Ue: la relazione

Sarà presentata nella prossima seduta plenaria del Parlamento europeo la relazione stesa dal deputato Frank Engel sui diritti fondamentali nell’Ue. Il testo, corposo nei contenuti e politicamente incisivo, richiama la “preoccupazione per il fatto che diversi Stati membri hanno inasprito il loro approccio politico in materia di asilo e migrazione e che alcuni Stati membri non si conformano pienamente ai loro obblighi in relazione a tali ambiti”.

In verità, la decisione di elaborare un documento specifico sul tema è stata fortemente voluta da tutti i gruppi parlamentari presenti all’Europarlamento, poi portata avanti dal parlamentare lussemburghese aderente al Partito Popolare Europeo. E, sebbene siano innegabili come fattori trainanti della migrazione verso l’Europa i conflitti violenti, le persecuzioni, la disuguaglianza, il terrorismo, i regimi repressivi e le calamità naturali, il testo riconosce anche una situazione di difficile gestione.

Queste osservazioni, tuttavia, molto probabilmente risentono dell’ultimo sondaggio dell’Eurobarometro del 2016. Difatti, il 73 per cento dei cittadini europei vorrebbe che l’Ue facesse di più per gestire le migrazioni. Anche in Italia l’80 per cento degli intervistati chiede all’Europa più sforzi per coordinare i flussi migratori pensando che le azioni dell’Unione non siano al momento adeguate. Una percentuale, questa, non sottovalutabile poiché più alta di quella di altri Paesi dell’Ue che si attesta mediamente al 58 per cento. Non a caso la relazione chiede di realizzare “canali sicuri e legali per la migrazione” affermando anche che il modo migliore per tutelare i diritti dei cittadini che non possono entrare legalmente in Europa sia quello di affrontare le cause profonde dei flussi migratori. Il che si traduce in piani di intervento nelle terre di origine.

Con riguardo specifico ai diritti fondamentali nell’Ue, l’analisi rimarca i nodi dell’integrazione culturale, sociale e religiosa dei rifugiati esprimendo preoccupazione per l’allarmante aumento delle manifestazioni di istigazione e incitamento all’odio e delle notizie false. Certo, gli episodi relativi ai reati generati dall’odio razziale, all’intolleranza religiosa o ai pregiudizi di orientamento sessuale e d’identità di genere si verificano quotidianamente nell’Ue, ma è innegabile anche che il disagio sociale stia crescendo di pari passo alla crisi migratoria. La relazione si conclude con un auspicio: “Si invita l’Ue e i suoi Stati membri a porre la solidarietà e il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti e dei richiedenti asilo al centro delle politiche comuni in materia di migrazione”.

Lo stesso auspicio che chiedono i cittadini europei all’Ue nel rispetto dei propri diritti per una giusta convivenza sociale e pur sempre nel rispetto dello stato di diritto.

Aggiornato il 28 febbraio 2018 alle ore 08:16