Elezioni e compattezza

sabato 3 marzo 2018


Domani, dalle 7 alle 23, si vota per rinnovare i rappresentanti del Senato, della Camera e di due Consigli Regionali, della Lombardia e del Lazio.

Gli italiani hanno percepito che l'Italia rischia grosso e che, dopo vari governi che hanno operato in modo dissennato e che nulla avevano a che fare con l'espressione della volontà degli elettori, da Mario Monti a Paolo Gentiloni, per rimettere il Paese sulla giusta rotta occorre una chiarezza programmatica aderente agli interessi nazionali e alle esigenze di chi lavora e produce, che solamente il centrodestra oggi può assicurare.

Il voto nazionale deve però essere, più di ogni altro momento storico, fortemente connesso, a quello delle regionali, perché il confronto tra stato centrale e Regioni si farà sempre più serrato. In questa fase politica non vale solamente l'ovvia osservazione che Regioni amministrate dal centrodestra hanno un dialogo più lineare con un Governo dello stesso orientamento, se si considera che la prossima agenda politica avrà al centro il rapporto Stato-Regioni. Già è all'ordine del giorno la questione posta da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, che si apprestano, nei modi previsti dalla Costituzione italiana, a trattare per avere più autonomia e più poteri, ma è chiaro che questo è un processo che si estenderà a tutte le altre Regioni. A ciò si deve aggiungere la questione della dimensione e del numero delle Regioni che, proprio in vista di una maggiore autonomia e una più efficace governance del territorio, dovranno individuare, con il Parlamento, forme e modi per arrivare a nuove e più vaste dimensioni.

Infine, c'è il problema, ormai ineludibile, della questione romana, che non deve interessare i soli romani o i cittadini del Lazio, ma tutti gli italiani perché si parla della Capitale d'Italia. Non è concepibile avere una Capitale che, però, non differisce nella sostanza da qualsiasi altra Città metropolitana. È un'incongruenza che danneggia la nostra Capitale, che ha il peso di tante incombenze senza avere, però, gli strumenti per operare in autonomia come avviene in altre importanti capitali, come Berlino o Washington. Tutti questi problemi delicatissimi di architettura istituzionale possono avere un esito positivo e coerente solo con la combinazione di un Governo ed una maggioranza Parlamentare di chiara ispirazione federalista, come solo il centrodestra, per la sua storia ed il suo programma, può garantire e maggioranze regionali che sappiano avere una prospettiva di rinnovamento, ben lontana dalla ristrettezza d'idee del centrosinistra e dalla demagogia del Movimento 5 Stelle.

Dunque, il voto degli elettori per il centrodestra dovrà essere compatto, per Camera e Senato, e la medesima compattezza dovrà essere espressa anche per Lombardia e Lazio, per evitare pasticci e compromessi che sono uno dei fattore del declino e dell'immobilismo della nostra Patria.

(*) Candidato alla Regione Lazio per Forza Italia


di Pier Ernesto Irmici