Il bollino antifrode farà annullare le elezioni

giovedì 8 marzo 2018


Il nuovo sistema elettorale s’è dimostrato farraginoso, per certi versi ipocrita. Infatti il bollino antifrode (detto anche “anticorruzione”) ha determinato ritardi e annullamento di non poche schede, perché il distacco del bollino ha danneggiato, segnato, reso nulle troppe schede.

A rallentare le procedure di voto proprio le disposizioni circa il bollino antifrode: ovvero il talloncino apposto sulle schede per Camera e Senato, e che andava rimosso richiedendo a scrutatori e presidenti di seggio delle operazioni in più. Senza calcolare i diverbi tra elettori e presidenti di seggio, accusati dai primi d’usare maniere maldestre nel distacco del bollino: ovviamente tanti i casi in cui è stato richiesto l’intervento di carabinieri e polizia, e perché qualche elettore zelante ha accusato scrutatori e presidenti di seggio di non operare il giusto garbo nel distacco del talloncino. Ancora non è noto il numero dei denunciati per danni a schede e bollini, ma si spera le Procure chiudano un occhio sui tanti esposti parossistici. Basti pensare che, per velocizzare l’attività dei seggi, i vicepresidenti sono stati autorizzati a supportare i presidenti circa le operazioni connesse proprio al bollino. Ettore Rosato del Pd, ideatore della nuova legge elettorale, s’è persino giustificato dicendo “il bollino fu votato all’unanimità”.

A dispetto del bollino anticorruzione, la trasmissione le Iene ha gettato un’ombra sul voto all’estero, denunciando non pochi brogli. La Digos e la Procura della Capitale hanno già acquisito il video del programma, e per accertare l’esistenza di varie ipotesi di reato (secondo indiscrezioni anche a carico delle stesse Iene). Ma in tanti suggeriscono come il bollino sia avvolto dal solito perbenismo ipocrita. Infatti è noto come una grossa fetta d’elettorato abbia girato per più d’un mese tra cene e banchetti, accettando anche regali dai candidati. Certo, quel bollino non può lavare la corruzione di un mese di laute mangiate. Ed è paradossale dire che la sua presenza sulla scheda abbia eliminato il voto di scambio. Poi in tutta quella confusione è poco credibile affidare a un bollino il corretto espletamento del voto. Senza considerare che ci sono anche stati ritardi e sbagli nella distribuzione delle schede. A Palermo sono state ristampate nella notte le schede elettorali di 200 sezioni dove (per un errore nella perimetrazione dei collegi da parte del Comune) erano stati inseriti candidati di un altro collegio. Le schede sono state poi ridistribuite, ma i seggi hanno aperto con ritardo tra le proteste degli elettori. Problemi analoghi risolti nella notte anche Mantova, dove però le operazioni di voto erano partite regolarmente alle 7.

Casi di schede con nomi dei candidati sbagliati si sono registrati anche nella Capitale e in Piemonte: in un seggio di Roma, nel quartiere Parioli, la presidente di seggio ha aperto e vuotato l’urna mettendo in una busta i voti degli elettori espressi fino a quel momento (36) utilizzando le schede sbagliate, poi assicurando che gli elettori sarebbero stati ricontatti e fatti rivotare (procedura assurda ed irreale). Stessa situazione nel collegio di Rivolta Bormida e Castelnuovo Bormida (provincia di Alessandria). Nell’hinterland milanese (a Pioltello), nel napoletano e a Imperia alcune persone sono state denunciate perché sorprese a fotografare la scheda. E forse la nota più piacevole è rappresentata dalla Femen comparsa a seno nudo mentre Silvio Berlusconi stava votando. A Napoli la scrutatrice di un seggio ha improvvisamente iniziato a inveire contro i presenti, poi ha strappato l’elenco degli aventi diritto al voto. Per non parlare del voto all’esterno del giardino di una scuola, è toccato ad alcuni disabili di Padova, hanno dovuto votare al freddo a causa del montascale rotto. A parlarne lo stesso presidente del Comitato Paralimpico, Luca Pancalli, che s’è sfogato in un tweet: “la sezione al primo piano inaccessibile; io e tantissimi anziani costretti a votare in un seggio di fortuna. Vergogna!”. Così, causa stenti, tre elettori sono morti per “malore al seggio” (referto del medico legale): una donna di 85 anni a Matera, un uomo di 88 anni a Pordenone e una 70enne che aveva appena finito di votare a Goro (Ferrara), tutti stroncati da infarto. È naturale che fatta la legge trovato l’inganno, il fiume di ricorsi riporterà l’Italia alle urne... e qui c’è di che ringraziare il farlocco bollino anticorruzione.


di Ruggiero Capone