Caro presidente, “capisca a me”

Caro Matteo Renzi, dia retta, fondi subito un movimento e scappi dal Partito Democratico prima che sia tardi. Del resto, se un errore grande fra gli errori suoi c’è stato, è proprio quello di aver sbagliato partito. Il fatto stesso di aver potuto pensare di dominare in toto gli ex comunisti, ci perdoni, ma è stata una follia. Non si capisce, infatti, come le sia sfuggito che nel Pd vivano e sopravvivano gli eredi di Togliatti, quelli degli applausi ai carri armati d’Ungheria, quelli “dell’oro di Mosca”. Del resto non crederà mica che “loro”, i figli dei soviet, solo cambiando nome, simbolo e sigla, siano diventati altro, la scuola delle Frattocchie è viva e vegeta e anche i nuovi la seguono a puntino.

Insomma, i comunisti da quando esistono in politica hanno utilizzato il parricidio, il fratricidio, il fuoco amico, per combattersi gli uni con gli altri. Basterebbe pensare alla lotta fra Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti, al siluramento di Achille Occhetto nella prima Bolognina, alle trappole fra Walter Veltroni e Massimo D’Alema, alle insidie costanti e alle scissioni fra gruppi dirigenti.

Per farla breve, nel Pd, che lei sperava di mettere in riga, la matrice è quella, anzi se possibile è peggiorata da quando con la più grande ambiguità si sono fusi con gli ex democristiani. Pensi un po’ dunque, caro Renzi, cosa sia potuto nascere dall’unione di chi dalla Costituzione in giù ha cresciuto storto l’albero italiano, fino a ridurlo per come lo vediamo. Ecco perché la sua rottamazione non ha funzionato, né poteva funzionare, glielo hanno fatto credere per seppellirla piano piano colpendola ai fianchi. E così è stato. Oltretutto, ci pensi bene, lei è stato tradito da molti degli stessi che hanno intortato Silvio Berlusconi, spingendolo prima alla resa e poi alla capitolazione.

È un paradosso ma è così, fra lei e il Cavaliere in comune c’è soprattutto questo, un gruppo di potere cattocomunista che ha devitalizzato politicamente tutti e due. Sia chiaro il futuro è aperto, specie per lei che ha la metà degli anni di Berlusconi, anche se lo stesso Cavaliere ancora resiste eccome.

Insomma, caro Renzi, lei sin dall’inizio doveva scegliere qualcosa d’altro e fondare un suo partito, che fosse figlio di Einaudi, La Malfa, Saragat, anziché di Togliatti. Ecco perché le diciamo con schiettezza, lo faccia ora, prima che la frantumino del tutto, perché creda, lo faranno. Formi un suo gruppo, nuovo e coeso, ci si metta alla guida e decida bene cosa fare in questo delicatissimo momento post-elettorale. Scelga bene, perché se continuasse a sbagliare come ha fatto fino ad ora non solo consegnerebbe l’Italia allo sbaraglio, ma il suo futuro sarebbe simile a quello di Icaro.

In fondo forza e volontà, carisma e affabulazione non le mancano e quello che serve al Paese è proprio ciò che il cattocomunismo ha impedito sempre, ossia una liberal democrazia, laica, popolare, repubblicana.

Aggiornato il 15 marzo 2018 alle ore 07:40