Ingroia finisce nei pasticci per peculato

L’ex pm dell’Antimafia, Antonio Ingroia, finisce nei pasticci. Contro di lui una duplice ipotesi di peculato e un’inchiesta portata avanti dalla procura di Palermo. È dal gip che è partito l’ordine dato ai finanzieri che ha portato al sequestro di oltre 150mila euro all'ex pm e ad Antonio Chisari. All’epoca dei fatti, i due erano l’amministratore unico e il revisore contabile della società regionale “Sicilia e-Servizi spa”. Sui due pendono accuse pesantissime.

Sprechi a non finire, trasferte di lusso, uno stipendio d’oro e un’auto-liquidazione coi baffi. C’è dentro un po’ di tutto nell’inchiesta della procura di Palermo. Un’inchiesta che sembra inchiodare, in modo particolare, Ingroia. Ingroia dopo la carica di liquidatore è stato successivamente nominato amministratore unico dall’assemblea dei soci.

Una carica che ha ricoperto dall’8 aprile 2014, al 4 febbraio 2018. Come si legge dalle carte, le indagini avrebbero accertato che il 3 luglio 2014 si autoliquidò circa 117mila euro a titolo di “indennità di risultato per la precedente attività di liquidatore”. Una cospicua somma che va ad aggiungersi al “compenso omnicomprensivo” che gli fu riconosciuto dall’assemblea, per un importo di 50mila euro. Un vero, sporco affare.

Aggiornato il 16 marzo 2018 alle ore 12:42