M5S e Lega affossano la riforma delle carceri

Hanno affossato la riforma dell’ordinamento penitenziario e lo hanno fatto con i metodi della Prima Repubblica. Per essere nuovi e senza un governo stabile, i parlamentari grillini, quelli leghisti, quelli di Fratelli d’Italia e – ahinoi – anche quelli di Forza Italia, sembrano non essere secondi a nessuno nei trucchetti ostruzionistici per mandare in soffitta una legge sacrosanta. Forse l’unica veramente necessaria del Governo Gentiloni. In parte anche anticipata da una sentenza della Corte costituzionale dello scorso 2 marzo secondo cui era da considerare incostituzionale l’articolo 656, quinto comma, del codice di procedura penale che prevedeva la sospensione per pene solo fino a 3 anni.

Ci si riferisce alla sentenza 41/2018 (relatore Giorgio Lattanzi), che ha allargato il termine per chi deve scontare una pena, anche residua, fino a 4 anni di carcere. Stabilendo che “ha diritto alla sospensione dell’ordine di esecuzione allo scopo di chiedere e ottenere l’affidamento in prova ai servizi sociali, nella versione ‘allargata’ introdotta dal legislatore nel 2013”.

Al contrario, i big del nuovo Parlamento appena insediato ieri hanno deciso di non esaminare neanche per un parere consultivo le norme già quasi approvate in precedenza in materia di riforma dell’ordinamento carcerario e che in precedenza avevano ostacolato in ogni maniera urlando slogan falsi e menzogne varie come “svuota carceri” e compagnia delirante. La maniera per fare ciò è stata semplice: hanno demandato l’esame consultivo a una futura Commissione giustizia, che chissà quando mai vedrà la luce. Escludendo che la Commissione straordinaria, il “blob” che si sta occupando di tutto il resto rimasto in sospeso dalla precedente legislatura, possa occuparsi anche di giustizia. Come se in Italia fosse un problema minore e non quello per antonomasia.

Così i 58mila detenuti possono aspettare tempi migliori semplicemente per avere condizioni più decenti. Invece adesso le prove tecniche di forca congiunte hanno portato a questo stato di stallo e Forza Italia si è implicitamente accodata all’urlo ipocrita di “onestà onestà” che promana dalle plebi organizzate dalla Casaleggio Associati.

E chi in questi giorni si è meravigliato nel centrodestra delle idee e dei proclami del pm Nino Di Matteo dagli spalti di “Sum#02”, ieri ha deciso di comportarsi, in seno alla riunione dei capigruppo della Camera (contrariamente a quanto invece avrebbero voluto al Senato), come se la pensasse alla stessa maniera. Il garantismo di certi politici del centrodestra - che pur se ne riempiono la bocca - sembra essere solo quello che riguarda amici stretti e familiari. Non è mai erga omnes. E alle vittime della mala giustizia così come ai carcerati che chiedono migliori condizioni di detenzione non resta che attaccarsi ai radicali e agli scioperi della fame di Rita Bernardini.

Aggiornato il 11 aprile 2018 alle ore 14:18