Salvini: “Pronti ad andare da soli”

mercoledì 11 aprile 2018


Siamo alla vigilia del secondo turno di consultazioni. E Matteo Salvini sembra pronto a prendersi tutte le responsabilità del caso. Qualcosa di rischioso che non sembra però preoccupare il diretto interessato.

Afferma: “La strada è semplice. Noi vogliamo dialogare con tutti, eccezion fatta del Pd. Se gli altri non ci stanno le vie sono due: o andiamo al voto dove penso potremo vincere da soli superando chi pone veti e fa capricci, oppure, come extrema ratio, andiamo da soli, ci facciamo carico noi della situazione”. Spericolato e rischioso come passo. Ma non per lui. A chi gli chiede se punti a cercare i voti in Parlamento, replica sorridendo: “Io non faccio il cercatore d’acqua...Vale quello che ho detto”. Sul possibile accordo col M5S, Salvini poi commenta: “Io continuo a volere il dialogo e a sperare che tutti vogliano governare questo Paese, ma se vuoi costruire qualcosa di concreto non puoi metterti sul piedistallo e dire, come faceva Alberto Sordi, io sono io e voi siete... poca roba”.

Netta poi la presa di distanza dal Pd: “Deve essere chiaro a tutti che l’unica alternativa al partito democratico è la Lega: agli alleati di Forza Italia deve essere chiaro una volta per tutte che siamo radicalmente alternativi alla sinistra”. Insomma quella di Salvini è una presa di posizione che tende la mano a una decisione non confermata del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

La novità è delle ultime ore. Un’indiscrezione. Niente di più. Qualcosa di cui sul Colle nessuno vuol dare conferma. Dinanzi a leader fermi immobili sulle rispettive posizioni, inchiodati ai soliti giochi tattici, dunque incapaci di garantire sbocchi concreti, Mattarella potrebbe decidere che l’attesa è stata sufficiente e passare alla fase successiva, quella degli incarichi. O meglio, dei pre-incarichi.

Che consisterebbero nel convocare all’inizio della prossima settimana Salvini oppure Di Maio, prima l’uno e poi eventualmente anche l’altro, perché provino a mettere in piedi una maggioranza, salvo tornare dal Presidente a riferirgli come è andata. Fin qui Mattarella ha evitato di metterli in pista. Ma le cose potrebbero cambiare. Intanto domani inizia il secondo giro di valzer. Due giorni per cercare un accordo che probabilmente non arriverà. Non per il momento, almeno.


di Redazione