Consultazioni, Fico chiede più tempo

Serve più tempo. Il presidente della Camera, Roberto Fico, salirà al Colle per chiedere l’unica cosa che può rendere possibile quello che oggi sembra impossibile: tempo. “Serve tempo e serve Matteo Renzi”, dice il reggente del Pd Maurizio Martina, ed è quello che i democratici ribadiranno a Fico, alle 11.30 di questa mattina.

È prevedibile che il presidente della Camera riporterà a sua volta una domanda che assilla il suo Movimento: cosa vuole fare Renzi? Perché il Pd vale nella sua compattezza, e senza Renzi, principale azionista dei gruppi parlamentari, l’accordo è impossibile. Il timore che filtra dal Quirinale è figlio della confusione percepita, di notizie che rimbalzano dal Pd, poco incoraggianti sulla tenuta del partito.

Una spaccatura non servirebbe a nulla, né avrebbe senso continuare se le condizioni poste da Renzi fossero irricevibili. Non resterebbe che il voto anticipato, a settembre, un fantasma che è tornato ad aleggiare tra Quirinale e il Parlamento. Per evitarlo, l’esploratore Fico dovrà inoltrarsi nella giungla dem, cercando di capire in fretta se in un margine temporale più ampio potrebbero smussarsi le ostilità.

Alle 13 ne parlerà con Luigi Di Maio e il resto della delegazione grillina. Subito dopo, nel pomeriggio, andrà a riferire a Sergio Mattarella che a quel punto avrà il potere di dilatare ulteriormente i tempi. Due date fanno la differenza. La resa dei conti interna al Pd si terrà il 2 maggio, in direzione.

Mentre questa sera i parlamentari 5 Stelle si riuniranno in un’assemblea per discutere la svolta, che anche se annunciata nella abusata dialettica dei due forni, ha avuto dei contraccolpi. Cambiato il partner, devono cambiare le priorità politiche. E non è così semplice passare dal populismo sovranista anti-Bruxelles della Lega al riformismo europeista del Pd. Non resta che attendere.

Aggiornato il 26 aprile 2018 alle ore 13:00