Sciacalli del web che augurano la morte a Napolitano

Saranno tutti individuati e forse indagati dalla polizia postale gli sciacalli che anche in queste ore continuano a insultare e ad augurare la morte al presidente emerito Giorgio Napolitano – ricoverato per un problema cardiaco nei giorni scorsi sui social network e in genere sul web. Non è solo una questione di buoni sentimenti, di buona educazione e persino di buon gusto.

Il problema è l’Italia a trazione grillina – simile a quella a trazione fascio-leghista da curva negli stadi  che urla “devi morire” all’avversario accasciato a terra. Politico o calcistico che sia. Occorre quindi una deterrenza contro questo attivismo da babygang, per usare l’indovinatissima locuzione usata da Matteo Renzi per descrivere l’immaginario politico dei fan e degli adepti del cosiddetto “clan dei Casaleggesi”. Con cui coerentemente si rifiuta di trattare. O meglio di prostituirsi, come si potrebbe ben dire di alcuni suoi compagni nel Partito Democratico. E non ci si venga a parlare di reati di opinione.

Perché gli auguri di morte verso una persona anziana che nel bene come nel male ha servito a lungo le istituzioni non appartiene di certo a quella categoria dello spirito. A qualcuno forse una bella perquisizione a casa lo farà “smaltire”, tanto per usare il linguaggio da giovani delinquenti che va per la maggiore anche nei talk-show. E servirà da monito per la prossima volta. Inoltre sentirà il rumore di quelle manette che augura costantemente agli altri. Per la cronaca, proprio cinque anni fa di questi tempi di maggio sono in molti ad avere forse rimosso un’analoga iniziativa dell’allora ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri stavolta invece a farsi promotore è stato il capo della polizia si Stato, Franco Gabrielli – contro 22 commentatori del blog di Beppe Grillo sempre contro Napolitano. Il Blog delle Stelle, infatti, per anni è stato uno dei principali veicoli dell’odio politico sui social network e in genere su Internet. Chiaramente nessuno verrà condannato per essere stato un vile corvo o un haters anti-Napolitano. Ma oggi come allora qualche problemino lo passerà. Perché non può passare la prassi che l’avversario diventi il nemico da abbattere. Questo periodo l’Italia lo ha già subito. E sono in molti a poter dire: “abbiamo già dato”. In taluni casi persino la vita.

Aggiornato il 26 aprile 2018 alle ore 17:18