Tutti in carrozza

martedì 22 maggio 2018


Pur di salire in carrozza, Salvini alla fine ha accettato di tutto e di più, perfino l’ennesimo Premier non eletto e soprattutto non politico. Perché nel caso di Giuseppe Conte, ove fosse, c’è addirittura la concomitanza della inesperienza politica e della attività accademica. 
Insomma se possibile una situazione peggiore di quella di Mario Monti, che almeno si era fatto le ossa da commissario UE. Eppure basterebbe rileggere i giudizi di Salvini e dei pentastellati sulla faccenda dei Premier tecnici o non eletti di questi ultimi Governi per capire a che punto siamo arrivati.

Come se non bastasse dalla lista dei possibili Ministri si evince di tutto, ci sono amici di nemici, nemici di amici, sempreverdi e personaggi trasversali alla storia delle nostre Repubbliche, una o tre che siano. Se tanto ci dà tanto, figuriamoci cosa succederà con i viceministri ed i sottosegretari di Stato.

Parliamoci chiaro è davvero un brutto, bruttissimo pataracchio che Matteo Salvini doveva evitare per mille ragioni, a partire dalla più importante, l’unità del centrodestra. Perché piaccia o meno, con questa scelta Salvini, il centrodestra lo ha frantumato e pensare di tenerlo in vita, almeno adesso per come stanno le cose, appare una follia.

Questo esecutivo sarà probabilmente un flop e c’è poco da dire: lasciateci partire e provare, certo che sì, ci mancherebbe, ma il buongiorno si vede dal mattino, cari Matteo e Giggino.

Sorprende infatti che in mezzo a tanta confusione e tanto dilettantismo la tolleranza del Capo dello Stato abbia raggiunto livelli prima d’ora sconosciuti. La verità è che bisognava o partire dal centrodestra alla conta dei voti in parlamento, oppure tornare al voto senza paura, la democrazia infatti, non può avere timore di più elezioni, mentre deve averlo di fronte a mescolanze spurie e antitetiche.

Eppure tant’è e adesso tutti in carrozza perché c’è, ed è questo il vero nodo di gordio, una valanga di nomine ai vertici di tutto da disporre, insomma un’occasione più unica che rara. Chissà, a pensar male è peccato ma ci si azzecca spesso, forse la ragione concreta per la quale Di Maio e Salvini, si sono uniti a dispetto dei santi, potrebbe proprio essere quella.

Nomine, posti, incarichi, poltrone, altro ché chiacchiere amici cari, chi vivrà vedrà.


di Alfredo Mosca