Governo, scricchiola l’ipotesi Conte

mercoledì 23 maggio 2018


Il nome è quello, l’incarico però è ancora in bilico. Dopo le consultazioni di lunedì nel corso delle quali il Movimento 5 Stelle e Lega hanno fatto il nome di Giuseppe Conte come premier, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sembra non essere ancora pronto a dare l’incarico per formare il nuovo governo.

Il Capo dello Stato, incontrati i presidenti della Camera, Roberto Fico, e del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, prende tempo, secondo fonti stampa forse non completamente convinto dal curriculum di Conte e da un suo criticato rapporto con la vicenda Stamina. Martedì mattina sulla stampa rimbalzano due polemiche che investono il nome di Conte.

C’è da un lato il legame con la vicenda Stamina (è stato il legale di una famiglia coinvolta), dall’altro la New York University, che smentisce che Conte abbia perfezionato i suoi studi lì, come da suo curriculum. La vicenda del curriculum ha eco internazionale.

Spuntano dubbi anche sulle frequentazioni delle università di Vienna e Cambridge. Mattarella, che compie un attento vaglio del profilo del candidato premier, sceglie di prendere tutto il tempo necessario: il prescelto non dovrebbe essere convocato al Quirinale per il conferimento dell’incarico prima di giovedì. Intanto, però, la bufera su Conte, che si somma ai dubbi su Paolo Savona, il prof anti-euro indicato dalla Lega per il ministero dell’Economia. Fa traballare l’intesa giallo-verde.

Di Maio e Salvini si incontrano a pranzo in una mensa nel centro di Roma. Ed è mistero su un colloquio dei due con Conte, in un primo momento confermato da fonti del Movimento. “Non sanno che inventarsi”, sbotta Di Maio quando al termine del meeting gli chiedono delle polemiche sul possibile presidente del Consiglio. Mentre Salvini difende a spada tratta Savona: “Mi piacerebbe molto. Sarebbe una garanzia per gli italiani”.

Ad agitare le acque c’è un’idea che torna a farsi largo tra i Cinque stelle: se Conte non regge allo stress test, meglio tornare al nome di Di Maio per Palazzo Chigi. Alla Lega, magari con un dirigente come Giancarlo Giorgetti, potrebbe andare l’Economia e altri ministeri di peso.


di Redazione