L’Italia a metà strada tra Nato e Russia

La linea di politica estera del neonato governo giallo-verde inciampa sulle più ampie scelte atlantiste che vedono protagonista l’Italia dal dopoguerra a oggi. “Come abbiamo sempre detto, noi restiamo alleati degli Stati Uniti”, afferma Luigi Di Maio dopo l’altolà della Nato sulla revoca delle sanzioni alla Russia.

Il leader pentastellato prova a rassicurare gli alleati: “Questo è un governo che vuole lasciare l’Italia negli accordi e nelle alleanze, garantendo continuità con quello che già è stato”. Ma sui rapporti con il Cremlino, come già annunciato dal premier Giuseppe Conte in Aula, Roma tenterà la via del dialogo facendo pressioni per togliere, una volta per tutte, le sanzioni imposte dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti. 

“Questo governo non sarà supino alla volontà di altri governi - mette in chiaro - sono pronto a collaborare ma negli interessi degli italiani”. Insomma sì al dialogo con la Russia, ma le sanzioni restano. La Nato e gli Stati Uniti dettano la linea all’indomani delle aperture verso Mosca di Giuseppe Conte in Parlamento - che aveva parlato di una revisione del sistema delle sanzioni - e alla vigilia della ministeriale dell’Alleanza, che si terrà oggi a Bruxelles, dove farà il suo esordio sulla scena internazionale la neo ministra della Difesa Elisabetta Trenta.

Non ha usato giri di parole il segretario generale Jens Stoltenberg quando ha precisato che sulle misure contro Mosca non si torna indietro, perché le sanzioni sono importanti per inviare un “messaggio chiaro su ciò che la Russia ha commesso in Ucraina”. La Nato però non intende isolare Mosca e dunque è importante che il dialogo politico prosegua, in linea con il doppio approccio della Nato, ha precisato.

Poi gli elogi all’Italia, alleato importante che contribuisce alla nostra difesa e alla sicurezza. Messaggio ribadito dall’ambasciatrice Usa alla Nato, Kay Bailey Hutchinson, che ha definito Roma “uno dei nostri più forti alleati”, ma ha avvertito allo stesso tempo che “le sanzioni alla Russia vanno mantenute, almeno fino a quando Mosca non cambierà il suo comportamento, perché altrimenti sarebbe un pessimo segnale da inviare”.

Aggiornato il 07 giugno 2018 alle ore 12:18