Il Pd attacca: “Salvini è come Hitler”

Il Pd sale sulle barricate e si prepara a un’opposizione dura e senza sconti contro il governo Conte. L’ultimo attacco targato dem arriva da Marcello Iantorno, ex assessore del Pd a Como e avvocato della cittadina lombarda. Un affondo dai toni duri che paragonano Matteo Salvini a un novello Hitler.

Tutto nasce, secondo quanto scrive il quotidiano online Comozero, dalle dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro dell’Interno, che si è detto pronto a blindare i centri per i rimpatri dei migranti in modo che gli stranieri trattenuti non possano entrare e uscire liberamente e andare a spasso per le città.

La reazione del piddino non si fa attendere. “Leggo ora di una frase di Salvini che dice “basta immigrati a spasso” – attacca Iantorno, inviando una nota alla redazione del quotidiano locale – La frase è simile a una di Hitler: “L’ebreo deve levar le tende dall’Europa” a cui seguirono dapprima i ghetti in varie città europee e poi i noti campi di concentramento. Il riferimento al dittatore nazista è evidente.

Iantorno sembra immaginare il ministro dell’Interno con la svastica al braccio mentre mette ordine tra immigrati e insicurezza. “Salvini, peraltro, come si legge nel contratto di governo firmato con Di Maio – aggiunge con livore l’ex assessore Pd – ha anche previsto la collocazione di circa 25 mila immigrati irregolari in campi chiusi per Regione con spiccate somiglianze con il trattamento dei nazisti verso gli ebrei.

Se ciò dovesse accadere tutti coloro i quali hanno a cuore i diritti umani dovranno reagire con ogni mezzo legale, nessuno escluso”. Le parole choc dell’assessore hanno scatenato la reazione del segretario del Carroccio. Ma intanto è dalle parti di Liberi e Uguali che si vuole avanzare un progetto nuovo che immagini un futuro unitario per tutta la sinistra.

A parlare è Pierluigi Bersani: “No ai fronti ‘anti’ che rappresentano strategie di sopravvivenza. Serve una novità, una nuova forza politica, un nuovo contenitore di sinistra liberale e riformista. Io sono per mettere ognuno a disposizione le sue sigle, le sue persone, i suoi simboli, facendo i passi indietro necessari per fare passi avanti”. Bersani conversa con i giornalisti in Transatlantico, ma il suo piano è ambizioso e chissà se la sinistra riuscirà a ritrovare unità intorno al sacro fuoco dell’opposizione.

Aggiornato il 07 giugno 2018 alle ore 12:19