L’Aquarius fa rotta su Valencia

È ufficiale. La sala operativa della Guardia costiera italiana ha comunicato alla nave Aquarius l’assegnazione del porto sicuro a Valencia, in Spagna. Una nave della Marina italiana e una della Guardia costiera prenderanno a bordo 500 migranti che ormai, da tre giorni, aspettano a bordo di approdare in un porto sicuro. Così ha deciso all’alba di oggi la sala operativa della Guardia costiera di Roma per superare le difficoltà del comandante della nave che dal pomeriggio di ieri aveva manifestato le proprie preoccupazioni sulla sicurezza di un viaggio lungo 1400 chilometri con un’imbarcazione che sta portando cento persone in più della sua capienza.

Ma anche la Aquarius andrà a Valencia, destinazione offerta ieri dal neopremier spagnolo Pedro Sanchez, con i rimanenti 129. Per allontanare la nave dalle acque italiane, il governo ha disposto che un terzo dei migranti soccorsi raggiungerà Valencia proprio a bordo della nave umanitaria. Msf non ritiene che questa sia una buona soluzione: “Significa − dicono − costringere persone in sofferenza che si trovano a bordo da più di 72 ore ad effettuare un viaggio duro e difficile per altri quattro giorni. La cosa più sensata sarebbe invece quella di consentire il loro sbarco in Italia e poi trasferirli via terra in Spagna”. I rifornimenti per il viaggio sono a bordo. “I team sono sollevati che si inizi a trovare una soluzione sebbene il risultato sia un prolungamento del tempo in mare non necessario per i naufraghi e una riduzione dei mezzi di soccorso”, fanno sapere da Sos Mediterranèe e Msf. L’attracco dell’Aquarius al porto di Valencia è previsto sabato, al massimo domenica mattina, in ragione delle condizioni meteo.

Frattanto, sulla vicenda Aquarius la Francia e la Spagna criticano duramente l’Italia. Secondo il governo spagnolo il comportamento italiano è “passibile di violazioni penali”. Per la ministra della Giustizia spagnola Dolores Delgado, “non è questione di buonismo o generosità, ma di diritto umanitario. Ci possono essere responsabilità penali internazionali per la violazione dei trattati sui diritti umani”. Il presidente Emmanuel Macron denuncia il “cinismo e l’irresponsabilità” dimostrata dal nostro Paese. Secondo Macron, si tratta di una “questione di umanità. Ma anche di rispettare gli accordi e i trattati dei quali tutti gli Stati sono parte”. Addirittura, Gabriel Attal, portavoce di En Marche, il partito di Macron, ritiene che sia “vomitevole” il rifiuto all’accoglienza da parte del vicepremier Matteo Salvini. In buona sostanza, l’Italia corre il rischio di trovarsi isolata sulla crisi dei migranti.

La Lega ha replicato duramente alle accuse francesi. “Giusto per rinfrescare la memoria al ciarlatano francese – ha detto la capogruppo all’Europarlamento, Mara Bizzotto – loro fanno quotidianamente respingimenti alla frontiera. Nei mesi scorsi hanno persino invaso il territorio italiano per perquisire degli immigrati in aperta violazione delle leggi e della sovranità italiana, e a marzo hanno respinto alla frontiera una giovane immigrata incinta e malata di tumore che è morta pochi giorni dopo il parto in Italia. Mi sembra evidente che siano loro a fare schifo e ad essere disumani, non l’Italia e non Salvini”.

Anche il leader grillino Luigi Di Maio risponde ai francesi. “Sono contento – ha detto – che loro abbiano scoperto la responsabilità. Aprano i loro porti e se vogliono, possiamo trasferire un po’ di persone in Francia”. Il commissario europeo all’Immigrazione Dimitri Avramopoulos prova a spegnere il fuoco delle polemiche. “Nessuno crede – ha affermato – che quanto accaduto sia solo una responsabilità italiana, maltese o spagnola. È una responsabilità europea e richiede una risposta europea. L’incidente dimostra che il nostro lavoro non è finito e non lo sarà presto. Dobbiamo essere preparati. Abbiamo bisogno di un approccio comune strutturato, con solidarietà e responsabilità condivisi”.

Aggiornato il 12 giugno 2018 alle ore 20:04