Boccaccia mia…

mercoledì 13 giugno 2018


Al netto dell’atteggiamento della Francia verso l’immigrazione, che conosciamo e che basterebbe per zittirla in un secondo, il problema è più ampio e antico. Se infatti, il centrosinistra, i cattocomunisti e gli intellettuali radical chic in stile lungo senna, non ci avessero abituati e suggestionati ad una certa subalternità col resto d’Europa, oggi saremmo in ben altra posizione.

Il problema infatti non è tanto Emmanuel Macron, piuttosto che Jean-Claude Juncker e qualche altro “trombone” d’Europa che apra la bocca solo per prendere fiato, il problema è il nostro potere contrattuale e la nostra autorevolezza nella Ue. Da noi infatti, a partire da Romano Prodi, i Governi di centrosinistra hanno sempre messo l’Italia in una situazione di inferiorità da cenerentola, o peggio ancora da scolaretto discolo che andava rieducato.

Insomma in Europa, nonostante fossimo un Paese fondatore e grande, da Prodi in giù i cattocomunisti, hanno obbligato il Paese, ad accettare condizioni e patti, compreso il cambio lira euro, penalizzanti e di sudditanza verso i partner. Come se non bastasse sempre negli ultimi 25 anni, ogni volta che il centrosinistra ha governato, l’Europa, ad iniziare da Francia e Germania, ha potuto disporre a piacimento su tutto e tutti.

Per farla breve è stata questa politica a costringerci in un ruolo gregario da paese marginale, anziché grande e autorevole, come sarebbe stato giusto che fosse. Ecco perché diciamo che il problema viene da lontano, dalla politica del centrosinistra spalleggiata dai salotti radical chic e dai cattocomunisti dei cenacoli mitteleuropei. Tanto è vero che quando con Berlusconi abbiamo provato a battere i pugni con la Ue, è intervenuto subito il pronto soccorso dei poteri forti, per cacciarlo ingiustamente, sostituendolo, guarda caso, con Mario Monti.

Dunque il problema non è quel “fringuello” di Macron, oppure quel “rubizzo paonazzo” di Juncker, ma di farci riconoscere una volta per tutte la posizione che ci spetta. Oltretutto sarebbe ora che dall’asse franco-tedesco la smettessero di accusarci di inadempienze e mala gestione, perché dai probabili dumping francesi ai surplus tedeschi, agli accordi più o meno sottobanco con altri paesi, ci sarebbe da approfondire eccome in tema di inadempienze. Per questo ben venga la “voce grossa” di Salvini, anzi, non solo è benvenuta, ci auguriamo che sia l’inizio di un percorso nuovo sul rispetto e sul riconoscimento, che l’Italia e gli italiani meritano eccome.


di Alfredo Mosca