Nessun tetto al contante, Di Maio: “Non è nel contratto”

C’è chi afferma che questo governo sia a trazione leghista e che il Movimento 5 Stelle stia patendo l’avanzata del Carroccio sulla linea che Giuseppe Conte e compagni stanno portando avanti. E viene così fuori un piccolo caso legato alle dichiarazioni di ieri del ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Il possibile stop al tetto di utilizzo per il contante divide i due vicepremier, Salvini e Di Maio. “Per me - aveva detto Salvini - non ci dovrebbe essere nessun limite alla spesa per denaro contante: ognuno è libero di pagare come vuole e quanto vuole”. Oggi però è Luigi Di Maio a chiarire l’orientamento dell’esecutivo: “Nel contratto questo punto non c’è, lavoriamo su altri fronti: per esempio quello che vivono tanti commercianti in Italia, nel pagamento elettronico, dobbiamo eliminargli i costi”, ha detto il ministro dello Sviluppo Economico e Rtl 102,5.

Di Maio ha anche spiegato che il primo decreto del ministro si chiamerà decreto dignità, precisando che sarà un decreto per ridare dignità a categorie che hanno dato il sangue in questi anni. Il provvedimento avrà quattro punti fondamentali: facilitazioni per le imprese, eliminare tutte quelle cose come lo spesometro, redditometro e studi di settore. Delocalizzazioni: chi prende fondi dallo Stato non può andare all’estero. La terza questione è la lotta alla precarietà: ridurre il rinnovo illimitato dei contratti a tempo determinato e dare garanzia a nuove categorie tipo i riders che sono le prime persone a cui ho aperto le porte del ministero del Lavoro.

Infine, c’è la questione del gioco d’azzardo: “Come ministro dello Sviluppo economico voglio evitare la pubblicità del gioco d’azzardo”, ha precisato Di Maio. E chissà cosa ne pensa l’alleato leghista. Piccole frizioni, insomma, che caratterizzano un governo nato dal compromesso. Un esecutivo che sta muovendo i suoi primi passi da protagonista.

Aggiornato il 14 giugno 2018 alle ore 17:01