Chi è al governo e chi all’opposizione

Giorni fa giornali ed agenzie di stampa hanno dato notizia dell’ultima trovata del Grillo pensiero. Invece delle elezioni, l’estrazione a sorte dei parlamentari.

È una cavolata, conseguenza estrema della negazione della democrazia rappresentativa. Ma non è, in fondo, una novità. Le leggi elettorali che da noi si fanno alla vigilia delle scadenze elettorali, sulla base dei sondaggi di “intenzioni di voto” in modo da far quadrare gli interessi dei partiti con le previste percentuali di voto, che in qualche modo evocano l’estrazione a sorte, sono un arruffato, complicato e ipocrita sistema rispetto al quale l’estrazione a sorte rappresenta, in buona (o cattiva) sostanza, la semplificazione.

Tutto ciò che è seguito a quella infausta legge elettorale (e, direi, al fausto ma “rimosso” esito del referendum sulla riforma costituzionale) è stato lo sviluppo di un pensiero (se così può definirsi) eversivo dei principi fondamentali del sistema di governo parlamentare. A cominciare dal grottesco sistema con il quale si è proceduto da Sergio Mattarella ad incaricare gli incaricati di formare il nuovo Governo e di appiccicarci sopra un adeguato, cioè inadeguato, “omm’e gnente” come si dice a Napoli.

Non è da stupirsi che un Governo, espressione di un pasticcio simile (che solo un presidente professore di Diritto parlamentare poteva escogitare a lasciar venir fuori) sia il Governo delle incertezze. Chi ne è il Presidente? Quale è la maggioranza che lo sostiene e quale la minoranza, anzi, no, la parte della maggioranza che gli fa l’opposizione? I due vicepresidenti non sono, per caso, di volta in volta il capo del Governo e il capo dell’opposizione?

E il berlusconpartito, “Debolezza-Italia” è all’opposizione o nella maggioranza? Oppure è all’opposizione del Governo del vice Luigi Di Maio ma di sostegno della maggioranza di Matteo Salvini e della sua opposizione? Salvini, il Capitan Fracassa di questa compagnia di “commedia dell’arte” ha “spopolato”, cioè ha raddoppiato la sua popolarità in questo breve lasso di tempo. La politica estera del ministro dell’Interno Salvini, checché ne pensi Papa Francesco, “Il Foglio” e qualche superstite del Partito Democratico ha raccolto un assai ampio consenso.

La politica economica di Di Maio è stata ignorata. Nessuno se ne preoccupa più che tanto, perché nessuno crede che esista davvero. Purtroppo esiste l’economia, la finanza e la possibilità di una catastrofe e di una dichiarazione di fallimento. Così pure la politica estera del ministro dell’Interno che “piace” e fa aumentare i consensi per la Lega non basta che “piaccia” all’interno del nostro Paese. Senza l’Europa l’Italia non muove un passo, se non indietro e rapidamente. E non è detto che in Europa Capitan Fracassa sia preso sul serio. Chi vivrà vedrà. Né possiamo privarci del privilegio di vivere per non vedere quello che, purtroppo, è assai probabile debba essere lo spettacolo che ci attende.

Aggiornato il 02 luglio 2018 alle ore 17:53