Sequestro dei fondi, la Lega si appella al Quirinale

giovedì 5 luglio 2018


“È un gravissimo attacco alla democrazia. Ci vogliono impedire di lavorare ed esistere, è un processo politico per mettere fuori gioco il primo partito italiano, solo in Turchia, nei tempi moderni, un partito democratico e votato da milioni di persone è stato messo fuorilegge attraverso la magistratura”.

I fedelissimi di Matteo Salvini sono sul piede di guerra. E si sente. “Chiediamo un incontro al capo dello Stato appena torna dalla Lituania”. Resta alta insomma la tensione sulla vicenda dei 49 milioni di fondi pubblici riferibili al Carroccio al centro delle indagini del Tribunale di Genova e oggetto di sequestro. 

Dal Quirinale, tuttavia, non trapela nessun tipo di commento circa la richiesta di un incontro. Intanto è scontro tra Lega e Csm. In ambienti parlamentari si osserva che mai in passato i presidenti della Repubblica abbiano interferito con decisioni della magistratura.

Matteo Salvini continua a definire la sentenza della Procura di Genova un atto politico, ma ostenta serenità. “Non ho sentito Berlusconi. È evidente - osserva a margine dell’assemblea dell’Ania - che c’è qualche giudice che fa politica, ma non esiste un disegno generale. Noi siamo tranquillissimi, nessuna preoccupazione contro questa sentenza bizzarra”. Il Carroccio si allinea al suo segretario: “C’è seria preoccupazione per parole e toni del Csm che vengono ritenuti non accettabili”. 

“È una sentenza che non mi crea nessun imbarazzo, non riguarda la Lega di Salvini ma quella di Bossi e del suo cerchio magico. Ma è una sentenza e va rispettata”. Così il leader politico del M5S, Luigi Di Maio, risponde a chi gli chiede un commento sulla decisione della Cassazione. “Ricordo che con la Lega abbiamo stipulato un contratto di governo - ha aggiunto Di Maio - che prevede di fare insieme delle norme anticorruzione”.


di Redazione