A proposito di Savona

Caro direttore, “L’Opinione” ha aperto un focus, credo giustamente, sulla figura del professor Paolo Savona con articoli i più vari, alcuni in verità molto esaustivi, tali da cogliere la complessità di un personaggio che rappresenta innanzitutto una cultura politica ben definita di questo Paese. Comprendo bene, poi, che vi sia chi proprio non riesca a farsi una ragione del fatto che una personalità di questo calibro, un collaboratore personale di Ugo La Malfa ministro del Bilancio, ministro a sua volta dell’Esecutivo Ciampi, abbia ancora voglia di provarsi (alla sua non tenera età) al Governo con forze politiche per lo meno discutibili, i terribili populisti! Bisognerebbe conoscere a fondo Paolo Savona, la sua concezione critica della vita democratica, il suo rispetto per le istituzioni del Paese, oltre che per il voto degli italiani, e anche la sua preoccupazione per l’avvenire che, mi si perdoni, non è qualcosa che dipende dal fatto di essere ultraottantenne o meno. C’è chi ce l’ha e chi no. Non pretendo quindi tanto e ho poco da dire a coloro che ne sottovalutano l’impegno. Ho sentito solo il dovere di far presente rispetto a un articolo di Claudio Romiti, che è molto difficile per Savona pensare, come pure egli si legge, che l’Europa sia ricattabile dall’Italia. Questa è davvero un’affermazione insensata: l’Italia si illuderebbe di avere questa forza, anche perché, sotto il profilo monetario è dai tempi in cui l’Olanda chiedeva due velocità che c’è chi stapperebbe lo champagne nel caso di una fuoriuscita italiana dalla moneta unica. La particolarità di Savona è un’altra, ovvero non di chi pronuncia un ricatto volgare, ma di chi vede esattamente le difficoltà dell’Italia rispetto a chi da ministro le ha sempre negate. Il piano “A” è più importante del piano “B”. Quando si inizierà a comprendere questa differenza, il ruolo di Savona sarà più trasparente.

Riccardo Bruno (Comitato di segreteria del Pri)

Aggiornato il 16 luglio 2018 alle ore 15:43