Cambiamento, chi è costui?

Su nomine, provvedimenti, impegni, stile e informazione, qualcuno ci spieghi dove sta la differenza, la novità, il cambiamento. A parte il condivisibile “muso duro” di Matteo Salvini sull’immigrazione, che speriamo porti a risultati veri, sia da noi che in Europa, su tutto il resto fate voi…

Qui non si tratta di essere pirronisti a oltranza perché, piaccia o meno, la realtà è sotto gli occhi di ognuno e negarla sarebbe da ipocriti. Per farla breve, pur volendo trascurare i tre mesi per arrivare al “contratto”, dal primo di giugno a oggi, questione migranti esclusa, solo dubbi, tentennamenti, contraddizioni e sciocchezze del tipo “Decreto dignità”. Come se non bastasse, nella maggioranza è sempre più tangibile la diversità, sia sui punti di partenza che di arrivo, dei nodi salienti scritti nel contratto. Ecco perché diciamo che qualcuno dovrebbe spiegarci dove sta la differenza e il cambiamento col passato, con i riti precedenti, con le liturgie di sempre. Del resto che puzza di bruciato esista sulle promesse elettorali è innegabile visto che non solo siamo in alto mare, ma non c’è uno straccio di idea sul come e quando realizzarle.

Sia chiaro, nessuno pretende “il giro del mondo in 80 giorni”, ma un po' di chiarezza e concretezza, sulla Legge Fornero, sulla pace fiscale e sulla flat tax, dovrebbe essere un obbligo politico e morale nei confronti della gente. Oltretutto, sulla scorta delle attese elettorali, su alcune questioni, si stanno generando tensioni e animosità giustificate. Parliamo di chi dovrebbe scegliere l’accesso all’indecenza dell’Ape, di chi ha rottamato col fisco, di chi vorrebbe aprire un’attività.

Insomma lo stallo, l’indecisione e la confusione del Governo, non solo sanno di bruciato, eccome, ma confermano che almeno fino ad ora di cambiamento non se ne parli proprio.

“Spes ultima dea”, se non fosse purtroppo, che spesso, chi di speranza vive disperato muore. Chi vivrà vedrà.

Aggiornato il 19 luglio 2018 alle ore 11:43