Savona è indagato per usura bancaria

Una “tegola” cade sul governo gialloverde. Paolo Savona, ministro degli Affari Europei, è indagato a Campobasso, nell’ambito dell’inchiesta del pm Rossana Venditti, per presunta usura bancaria. Sono coinvolte anche altre ventidue persone. Il ministro all’epoca dei fatti contestati era alla presidenza della Banca di Roma. Secondo la ricostruzione dell’Ansa, il nome di Savona è presente nell’atto della Procura della Repubblica di Campobasso in relazione alla richiesta di proroga dei termini di durata delle indagini preliminari nell’inchiesta relativa ai parchi eolici di Molise, Puglia e Campania. L’iscrizione di Savona nel registro degli indagati sarebbe “un atto dovuto”. Fonti vicine al ministro sostengono che all’epoca dei fatti Savona non aveva competenze sui tassi d’interesse, oggetto dell’inchiesta.

Nelle carte della Procura figurano i vertici della Banca di Roma, dal 2005 fino al 2013: Alessandro Profumo, ora a capo di Leonardo, Fabio Gallia, alla guida della Cassa depositi e prestiti in attesa del sostituto, Aristide Canosani, già sindaco di Ravenna, Franco Bellei della CariModena, Alessandro Cataldo, Giovanni Chelo, Antonio Ciarallo, Giuseppe D’Onofrio, Cesare Farsetti, Paolo Fiorentino, Federico Ghizzoni, Luca Majocchi, Edoardo Massaglia, Roberto Nicastro, Dieter Rampl, Francesco Antonio Ricci, Rosario Spatafora, Nicolangelo Testa, Adolfo Toti, Giuseppe Vita. La società Engineering srl è persona offesa, vittima di presunta usura bancaria. La denuncia dell’avvocato Luigi Iosa, dalla quale è derivata l’inchiesta penale condotta dal pm Venditti, risale allo scorso anno.

Aggiornato il 20 luglio 2018 alle ore 14:00