Gli italiani non sono razzisti

Gli Italiani sono razzisti? Questa è la domanda che gira sui social media. La mia risposta è “No”. Non lo sono, strutturalmente, lo sono diventati, per necessità. A causa di poco lavoro, impennata della micro-criminalità e dell’insicurezza individuale, e uso corruttivo dei fondi europei per gli immigrati. La vicenda della Diciotti pone una domanda inevitabile: possiamo interrompere il flusso migratorio in qualche modo, magari con la forza? La mia risposta è, ancora una volta, “No”. A mio avviso, quella contro l’immigrazione è una battaglia di retroguardia che l’Unione Europea non vincerebbe neppure se fosse unita sulle posizioni Visegràd (come il mercato nero in tempo di guerra o carestia). Ma ritengo che il ministro dell’Interno Matteo Salvini non debba mutare la propria linea. È l’unica chance che abbiamo per costringere Germania e Francia a fare i solidali e non solo a professarsi solidali. Ma, in questo quadro, è chiaro che il governo dovrebbe darsi una mossa sui rimpatri.

Tutti oggi li agognano. Ma aspettano sia l’Italia ad iniziare. Così da presentarsi indignati di fronte a quella parte dell’opinione pubblica che inizierà a stracciarsi le vesti (per lenire il senso di colpa suscitato dalla rassicurazione diffusa dall’adozione di quella misura). La Diciotti ha creato un problema. Se con intenzione o negligenza lo sanno i vertici della Guardia Costiera. E il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Forse. Ma va fatta chiarezza e presa una posizione contro chi ha sbagliato. Se sbaglio c’è stato. Senza più abbaiare alla Luna. Quanto alle persone che sono state a lungo a bordo della nave, l’ideale sarebbe stato quello di accertarne immediatamente lo status. In maniera tale accogliere i rifugiati e ricondurre in Libia gli altri. Ma non è successo perché l’immigrazione in Italia è ancora un business. Per i politici, per i partiti, per le organizzazioni non governative, per alcuni enti locali e molti operatori economici (non solo gli albergatori e gli affitta camere).

L’Unione Europea è frastornata perché il Governo 5 stelle-Lega non baratta più l’immigrazione selvaggia con denaro (da distribuire) e maglie larghe per il loro trasferimento (clandestino) negli altri Paesi. Un po’ per convinzione, un po’ perché Germania e Francia hanno stretto le maglie per ragioni elettorali (scaricando farisaicamente la responsabilità su Austria e Visegrad). Mai come oggi l’Italia si divide sul problema accoglienza, soffrendo il conflitto fra solidarietà cristiana e sofferenza sociale ed economica. Perché la crisi non è figlia dell’immigrazione, ma certamente la esalta, condendola con degrado urbano e insicurezza personale. In Italia, del resto, rimangono i meno istruiti tra chi fugge negli altri Paesi dell’Ue. Non sono gli ingegneri, medici o quadri siriani ma i disoccupati e disperati nord e centro-africani. Quanto ai Rom, sparpagliati per il territorio nazionale, sono i resti dei tantissimi rumeni tornati in patria dopo l’ingresso della Romania nell’Unione Europea.

Si tratta di immigrati apolidi, capaci di creare comunità famigliari, con pretese separatiste, all’interno della grandi città. Tutto sotto gli occhi preoccupati dei cittadini e impotenti di Carabinieri e Polizia. Immigrati apolidi che non hanno nessuna voglia di andarsene vista la tolleranza (nell’applicazione della legge) e l’inesistenza dell’effettività della pena nei loro confronti. Se qualcuno pensa di continuare e fare opposizione a Lega e 5 stelle su questi temi o è in mala fede o è un incosciente. Lo dimostrano tutti i sondaggi. Non è un fenomeno italiano, anzi siamo arrivati in ritardo (come sempre) perché il mondo stesso ha invertito la direzione dell’evoluzione socio-politica. Se sia un bene o un male lo dirà la fortuna del nuovo corso e la sua capacità di radicarsi e diffondersi nello strato profondo delle popolazioni occidentali. Quindi nessun giudizio etico. Però l’augurio che regali meno distorsioni ed eccessi di quanto fatto da buonismo e solidarismo senza se e ma. 

 

 

 

 

Aggiornato il 27 agosto 2018 alle ore 17:38