Perché no?

mercoledì 29 agosto 2018


Non si capisce in nome di quale principio di libertà, un avvicinamento fra Italia e Visegrad, Orbán e Salvini, sarebbe catastrofico. Non è così. E guarda caso, gli allarmi vengono sempre da quella parte che da noi e in Europa, ne ha fatte di cotte e di crude, i cattocomunisti. È la solita storia, o si fa ciò che dicono loro, oppure si è perduti. Si finisce all’inferno o sotto un nuovo fascismo. Eppure, a vedere bene, un nuovo fascismo in qualche modo lo praticano proprio loro, insultano con violenza, invocano manette e galera, addirittura qualche folle evoca la lotta armata contro Salvini. Insomma, il fior fiore di libertà e democrazia. La verità è che il centrosinistra e i cattocomunisti, da decenni hanno rovinato, politicamente, economicamente, socialmente, il possibile e l’impossibile. Basta leggere la storia. La previdenza è stata devastata dalle leggi scellerate che hanno fatto. Così come la scuola e l’università, l’apparato pubblico è stato ingigantito dal voto di scambio praticato per decenni e il falso moralismo è diventato un lavaggio del cervello domenicale.

Insomma, siamo all’ipocrisia all’ennesima potenza, in fondo se così non fosse, non sarebbe caduto il muro di Berlino, l’est non sarebbe insorto, nella storia della chiesa non vi sarebbe stato uno scandalo dietro l’altro, i comunisti non avrebbero cambiato nome e simbolo. Ecco perché oggi non può bastare chiedere perdono, oppure accogliere qualche decina di disperati, senza una rivoluzione culturale vera e profonda, il perdono non ha senso, non suggestiona, non risarcisce delle vergogne sulla pedofilia e molto altro che si è letto. Sta tutto qua il nodo gordiano: i cattocomunisti fanno i camaleonti, ma dentro non cambiano mai, restano doppi, arroganti, prepotenti, illiberali, assolutisti e convinti di avere il primato della scienza e della coscienza. Per questo chi non pensa come loro viene considerato un pericolo, un rischio democratico, un vulnus a prescindere, una mina vagante che va eliminata con ogni mezzo, a partire dalla piazza e dalla informazione. Ecco perché sparano ad alzo zero su Salvini, sull’incontro con Orbán, su un diverso approccio d’accoglienza, sulla necessità di farsi sentire in Europa, sia sull’economia che sull’immigrazione.

I cattocomunisti non ammettono che se la gente è arcistufa, è proprio perché hanno fatto entrare una marea di disperati, abbandonandoli a sé stessi e sparpagliandoli in Italia. Era ovvio dunque, che questa massa di persone, sconosciute, accolte prima e abbandonate poi, finissero nelle mani della delinquenza, dello spaccio, della violenza accampata nelle bidonville dei caporalati e delle periferie dimenticate. Per questo, i cittadini sono diventati furibondi, impauriti e preoccupati di ciò che vivevano e vedevano sotto casa, nei parchi pubblici, nei sottovia, insomma ovunque. Altroché fascismo e razzismo. Il problema dall’inizio andava affrontato in Africa e dove necessario e certo non con una accoglienza incontrollata e insostenibile che ha generato semplicemente l’ovvio e il prevedibile. Serve una svolta epocale nel governo dell’Europa, nei trattati, nei vincoli, nell’unione monetaria. Serve, insomma, un’Europa alternativa a quella di oggi che ha fallito per tutti, tranne che per qualcuno, guarda caso. Prima è meglio è. Non farlo sarebbe un rischio e una scelleratezza.


di Alfredo Mosca