Ponte Morandi, Toti: “sarà demolito entro 30 giorni”

venerdì 31 agosto 2018


Giovanni Toti ha annunciato che il ponte Morandi sarà demolito entro trenta giorni. La dichiarazione del presidente della Regione Liguria è il risultato di un incontro con il sindaco di Genova Marco Bucci e con l’amministratore delegato di Atlantia e Autostrade Giovanni Castellucci. Toti ha detto che, “per avere la tempistica esatta della demolizione andremo a chiedere il permesso alla procura, perché l’area è sequestrata. Il piano di demolizione sarà più breve del previsto, si pensa a trenta giorni di esecuzione. Il moncone Est sarà demolito in modo più rapido con mezzi meccanici ed esplosivi. Saranno abbattuti 150 appartamenti. Mentre il moncone ovest sarà smontato senza interferire sulle attività sottostanti. In un mese potrebbe essere operativo il piano esecutivo”.

Castellucci, che ha presentato il piano della demolizione dei monconi del ponte, ha affidato il suo pensiero ad una nota: “La riunione con il presidente Toti e il sindaco Bucci – si legge nel testo – è stata molto costruttiva, come tutte le precedenti, e segna un passo in avanti importante e concreto per aiutare Genova ad affrontare le sue emergenze, nel profondo rispetto del dolore di tutte le famiglie colpite dalla tragedia e delle sofferenze dell’intera comunità genovese. Su richiesta del presidente della Regione, abbiamo condiviso un’estensione della gratuità dei pedaggi nell’area genovese, ulteriore rispetto a quella che era stata inizialmente decisa. Oggi abbiamo presentato una serie di opzioni di demolizione e di ricostruzione del viadotto Polcevera, che saranno in parte sovrapposte, confermando sostanzialmente i tempi  già annunciati”.

Toti e Bucci hanno firmato una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. L’obiettivo è quello di “suggerire un provvedimento di legge ad hoc che non deve essere per forza una legge speciale per Genova, ma può essere messo nel prossimo “Milleproroghe”, per andare oltre il primo decreto di emergenza che fissò i primi fondi per gli indennizzi”.


di Redazione