Casellati, Paese normale solo con giustizia normale

mercoledì 5 settembre 2018


“Il Paese non sarà mai normale se non c’è una giustizia normale”, così “la riforma della giustizia è una priorità”.

La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, lo ha detto alla Festa nazionale dell’Unità di Ravenna, dov’è stata applaudita dal popolo del Partito Democratico che il giorno prima aveva ben accolto anche il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico.

La presidente Casellati ha precisato che dicendo “normale” intende “tempi certi” e “la certezza della pena”, perché - ha spiegato - “si ripresentano casi di persone che compiono reati e il giorno dopo sono fuori”. E non è l’unica cosa che manca: per avere una donna a Palazzo Chigi “manca una maturazione completa della società. C’è stata un’evoluzione delle donne, un’emancipazione a cui è mancato un adeguamento culturale degli uomini e della società”. E “anche le donne devono aiutare le donne a procedere nella carriera”.

Casellati ha partecipato all’incontro “Le istituzioni e la democrazia”, intervistata dal direttore della Stampa, Maurizio Molinari, dopo un giro nelle cucine dove stavano cuocendo piadine e aver firmato il registro in bacheca, come aveva fatto anche Fico. Ha parlato tra l’altro di “tensioni tra politica e magistratura a cui si aggiunge anche la parte dell’informazione”: creano “destabilizzazione”, per questo lei stessa si annovera tra chi eviterebbe il “ritorno nella giurisdizione dei magistrati che avevano fatto politica”.

Poi la questione “calda” dell’immigrazione, problema internazionale, “riconosciuto da tutti”, ma l’Italia è stata lasciata sola: la “Ue ha peccato di una serie di inadempienze nei nostri confronti”, ha detto. E ha ribadito che soccorso dei migranti e ingresso nel Paese “sono due concetti che devono restare distinti. Il soccorso è un imperativo categorico - ha sottolineato - che va rispettato. Dobbiamo soccorrere tutti”. Altra cosa “è l’ingresso in Italia. Non è possibile darlo a tutti”. L’auspicio è di “togliere questo tema dalla politica interna e portarlo in Europa”.


di Redazione