Ci mancava solo l’Onu

Al netto di quel che dice Alessandro Di Battista, ci mancava solo l’Onu per unire cattocomunisti, magistratura, giornali e l’asse franco-tedesco contro Matteo Salvini. Sul giudizio del grillino sorvoliamo; oltretutto, se l’uomo era in cerca di favelas gli sarebbe bastato rimanere a Roma a girare in periferia anziché viaggiare in Sudamerica.

Quello che invece ha dell’assurdo è l’annuncio dell’Onu di inviare ispettori in Italia contro il pericolo razzista e contro la violenza sui migranti. Roba da matti. A parte il fatto che se al mondo esiste un’organizzazione inefficiente, costosa e ambigua è proprio l’Onu, ma poi con tutte le vergogne e le violazioni indegne che accadono nel pianeta andarsela a prendere con l’Italia è allucinante. Insomma, delle due l’una, o qualche potente manina cattocomunista ha suggerito alla commissaria Michelle Bachelet di intervenire, o veramente c’è da chiedersi se l’Onu non vada riformata.

Bene, anzi male, seppure convinti della necessità di una revisione dell’Onu, siamo propensi a immaginare che qualche “manina invisibile”, per usare la metafora di Adam Smith sul Macbeth, abbia agito. In fondo il soccorso cattocomunista e radical chic è talmente ramificato nel mondo, che non ci sarebbe da meravigliarsi. Del resto, come spiegare che da quando Salvini è andato al Governo, fra informazione, intellettuali, professori, preti e magistrati, hanno fatto a gara per occuparsene.

Come se non bastasse, Di Battista a parte, c’è anche, chi, autorevolmente, dentro l’alleato grillino, smuove di tutto pur di attaccare e detronizzare il leader leghista, alla faccia della lealtà e del contratto. Insomma, ce n’è abbastanza per dire che da noi un serio problema sulla democrazia dell’alternanza esiste eccome, altrimenti non ci spiegheremmo perché ogni volta che le sinistre perdono, partono in tromba soccorsi di ogni tipo. Senza andare troppo indietro, anche perché su Tangentopoli ci sarebbe da riscrivere tutto, è sufficiente ricordare quel che è successo a Silvio Berlusconi allora, così come a Salvini oggi.

Ecco perché se fossimo in Salvini sfideremmo l’alleato sulla necessità di una Costituente, per riscrivere la Carta a partire dalla giustizia. In fondo una nuova Repubblica nasce solo con una nuova Costituzione altro che Terza Repubblica. A tal proposito e per capire che forse la nostra Carta così perfetta non è, suggeriamo al Parlamento di leggere le appassionate arringhe che Piero Calamandrei fece nella Costituente su dubbi, perplessità e rischi. Fu ovviamente inascoltato. A buon intenditor poche parole, e buona lettura.

Aggiornato il 11 settembre 2018 alle ore 13:36