Governo e bar dello sport

Il Governo, cioè tutti e due i Governi della coalizione “contrattuale”, annaspa (cioè annaspano). Il bilancio, i soldi che non si sono, i migranti, l’Europa, lo spread. I contrasti e le difficoltà d’ogni mese. Quelle che tutti i Governi devono affrontare e di quelle che sono specifiche dei Governi che non ci sono.

E quello lì, come se non avessero altro da fare ti va a tirare fuori la questione della chiusura domenicale dei negozi. La prima reazione delle persone ragionevoli di fronte a questa ulteriore “grana” (che grana si è subito dimostrata) è che “chi sa cosa c’è dietro”. Oramai siamo costretti a reagire così di fronte a situazioni strane o anche “normali”. Un interesse occulto, che sfugge a chi non ci ha fatto studi particolari, anche perché, se questi ci sono stati si è trovato il modo di non farceli conoscere. E, quindi, il sospetto. Il sospetto che le cazzate non sono mai tali per tutti perché proprio chi ci si crogiola dentro il suo (o di qualcun altro) buon interesse ce l’ha. Tutti, a un certo punto, finiamo per ragionare come dei pm. Solo che non mandiamo nessuno in galera, ma solo “a quel paese”.

Eppure, c’è invece, la possibilità e forse la probabilità, che “dietro” questa ulteriore cazzata, questi vicepresidenti del Consiglio, questi partiti “fautori del nuovo” sono andati (cioè qualcuno è andato) a tirar fuori la chiusura dei negozi la domenica (e le altre “feste comandate” come si diceva una volta) manco fosse il sindaco di Roccasecca, non abbia proprio nessuno da “servire”. Che “dietro” non ci sia il solito affare milionario. È possibile.

È possibile che ci sia solo la scemenza. Che, poi, non è cosa da poco. In fondo questa è una delle tipiche questioni da discussione da Bar dello Sport di periferia, cui sempre più assomiglia la temperie politico-culturale dei Cinque Stelle, come da tempo lo è stata quella della Lega. Discutere animatamente e buttar là sentenze per fatti minimi come se fossero della massima importanza e per fatti che della massima importanza sono davvero discutere e “decidere” nello stesso modo. Tutti “Commissari tecnici” della Nazionale di calcio capaci di vincere il campionato. E tutti convinti che “la squadretta del quartiere” è la speranza del calcio nazionale e che magari è l’unica cosa che conta.

Lo spread, l’ondata migratoria, la chiusura dei negozi la domenica, le pensioni, quei cornuti dell’altro quartiere, l’Europa: al bar dello Sport si discute possibilmente di ciò di cui non si capisce un cavolo o, invece, si capisce che è una cavolata quello che si dice, ma è il caso di dimostrare che gli altri non sono da meno. Il nuovo avanza. Il bar dello Sport non chiude né chiuderà la domenica né mai.

                                                                 

Aggiornato il 12 settembre 2018 alle ore 17:08