La fine della fiera

L’avevamo detto qualche settimana fa a Radio Rai nel corso della trasmissione “L’ultima spiaggia“, sull’Iva si può intervenire aumentando solo alcune aliquote. Probabilmente sarà così.

Del resto è chiaro oramai quanto Lega e grillini abbiano inserito troppo e pure male nel “Contratto di governo”. Troppo perché in campagna elettorale hanno promesso il mondo, male perché un programma di Governo non può trasformarsi in un romanzo d’appendice alla Carolina Invernizio.

Insomma, siamo alla fine della fiera, piaccia o no, i soldi per tutto non ci sono e fare debito per azzardi elettorali sarebbe sciocco e assai rischioso. Sia chiaro, in linea di principio forzare la mano sul rapporto deficit-Pil potrebbe anche andare bene, ma certo non per fare assistenzialismo e clientelismo elettorale, per questo il ministro Giovanni Tria punta i piedi e vuole delle scelte.

Ma è proprio sulle scelte che viene a galla il limite di un’alleanza spuria tra forze che a stare insieme fanno fatica: i grillini, assistenzialisti, veterocomunisti, centralisti e pauperisti, e i leghisti all’opposto, almeno fino a ieri. Già, fino a ieri, perché sappiamo che in politica pur di governare si accetta tutto, salvo poi portare il conto all’Italia e agli italiani.

Ecco perché Tria sta giustamente pensando di aumentare l’Iva su alcuni generi pur di evitare sforamenti inutili e per disinnescare, almeno in parte, la ghigliottina delle salvaguardie. Da troppi anni, infatti, da Mario Monti in giù, per le scelleratezze del centrosinistra ci ritroviamo sulla testa l’ossessione delle clausole Iva. Sia come sia, in finanziaria uscirà fuori uno spezzatino al ribasso, reddito di cittadinanza e assistenzialismo serviranno solo al consenso dei grillini, ma non allo sviluppo e al rilancio del Sud e del Paese. Per la crescita vera serve altro.

Non servirà nemmeno “quota 100” che tutto è fuorché l’azzeramento della “Fornero”; per riscrivere quel capitolo bisognerebbe ripartire da zero e non da 100, la quota porterà qualche voto ma servirà solo a creare nuove ingiustizie e divaricazioni. Insomma è finita la fiera e la finanziaria sarà quel che sarà, quello che basta per arrivare alle elezioni europee del 2019, subito dopo cadrà il Governo e tutti a casa, ognuno ovviamente a quella sua!

Aggiornato il 20 settembre 2018 alle ore 12:31