La favola dei migliori

lunedì 24 settembre 2018


Forse avremmo dovuto scrivere della “Favola delle api”, lo straordinario poema di Bernard de Mandeville che, seppure scritto tre secoli fa, è più attuale e graffiante che mai.

I migliori, gli unici, i diversi non esistono, non esistono in politica e da nessuna parte, figuriamoci a sinistra. Del resto questa favoletta fu inventata per Togliatti, quel sant’uomo di Palmiro, per convincere la gente che i comunisti fossero diversi, puri e buoni. Ovviamente non era così, anzi, eppure milioni di persone nella favoletta ci sono cascate, così come purtroppo, quelle che no, per essere contrarie, a milioni ci hanno rimesso la pelle.

È un falso storico insomma, il ritornello sulla purezza dei comunisti, sull’onestà assoluta, sulla diversità rispetto alla solita politica di tutti gli altri. Basterebbe pensare alla lotta alla povertà, alla discriminazione, alla mancanza di diritti e libertà, alla favola di una società più giusta e democratica. Se tutto ciò fosse stato vero, il mondo dell’est, a partire dall’Unione Sovietica, avrebbe dovuto essere un paradiso terrestre, un eldorado, invece il popolo ha buttato giù il muro e compagnia cantante.

Sia chiaro, da prima che cadesse il muro di Berlino si sapeva quel che c’era da sapere, solo da noi facevano finta, salvo poi, crollato tutto, cambiare nome e simbolo per cercare di confondere le idee.

Parliamo di quelli che applaudivano ai carri di Budapest e in parte di Praga, di quelli che andavano a studiare a Mosca per capire la democrazia, di quelli che si legavano e confidavano al Pcus per consigli e finanziamenti. Parliamo infine di quelli che a dirsi e dichiararsi “socialista democratico” era una vergogna, salvo che adesso, sono tutti democratici, socialdemocratici, liberali di sinistra e così via, roba da matti.

Eppure il muro è caduto proprio per la fame, per la mancanza di libertà e di democrazia, per la negazione del pluralismo e dei diritti più elementari, a partire da quello di parola e di pensiero; evviva il comunismo. Non erano diversi né migliori, anzi, così come non sono, piaccia o meno, diversi né migliori i grillini. Del resto i 5 Stelle non vengono da Marte e la base, guarda caso, è tutta veterocomunista, ecco perché non ci sorprende il comportamento alla Casalino. Piuttosto viene di pensare cosa avrebbero inscenato, loro, i grillini, se un discorso così lo avesse fatto da Palazzo Chigi qualcuno del Governo Berlusconi, apriti cielo, una canizza ovunque, dalle piazze ai media, alla faccia della democrazia… Sapete che diceva il grande Ennio Flaiano? “Sono troppo povero, per essere comunista”, arrivederci e grazie!


di Alfredo Mosca