La costellazione del cigno nero

giovedì 11 ottobre 2018


Il Cigno Nero delle (Cinque) Stelle? La nuova Lega italiana di Matteo Salvini. Resta solo da stabilire quando il barbuto Cyrano pronuncerà la fatidica frase: “E al fin della licenza, io tocco!”. Perché prima o poi il sacrificio del suo attuale alleato è un evento non solo scontato ma necessario, guardando alla “constituency” della Lega legata indissolubilmente al benessere e alla crescita economica del Nord produttivo e laborioso. La sua compartecipazione al governo con un movimento della spesa allegra, che mette a carico del contribuente e dell’indebitamento pubblico (che oggi supera del doppio la soglia fisiologica di Maastricht) gigantesche politiche assistenziali, non ha nulla di strategico se non quello di crescere a dismisura da azionista di minoranza al suo esatto opposto, a spese delle… Stelle. Del resto, il tutto appare come un evento attentamente calcolato. Un segnale molto chiaro in tal senso viene dal differenziale incolmabile di capacità di governo che separa la Lega dall’armada Brancaleone “dimaista”, talmente satura di concetti e strumenti maldigeriti, devianti e contorti inerenti il concetto radical-social di democrazia diretta (in cui la Rete è il solo dominus tra cittadini e governanti portavoce), da non avere alcuna nozione della divisione dei poteri all’interno di una democrazia elettiva (illiberale o liberale che dir si voglia).

I seguaci di Beppe Grillo sono quelli che si illudono di aver costruito una barca da competizione che appena messa in acqua vinca da sola l’America’s Cup, senza che né il suo timoniere abbia mai ottenuto la patente nautica, né i suoi marinai abbiano mai fatto in precedenza un solo giorno di navigazione! Di Maio e la sua allegra compagnia non hanno per voluta ignoranza alcuna idea né su come funzioni e si governi la macchina pubblica che pure intendono guidare, né sulle competenze complesse e sui tempi lunghi (almeno un quarto di secolo!) che sono necessari nello sviluppo di carriera per arrivare ai vertici di un apparato burocratico. Infatti, mentre i governi passano rapidamente, la nave, le sue vele e i suoi motori restano per molti decenni sempre gli stessi: quindi, c’è bisogno di equipaggi molto esperti per farla stare a galla e procedere verso la destinazione stabilita dal comandante pro tempore. A cadenze regolari, ci sarebbe bisogno di sostituire scafo ed equipaggio per renderla in grado di competere adeguatamente con gli altri sistemi-Paese, ma per questo servono geni e non disoccupati miracolati, che diventano ministri e parlamentari per grazia elettorale ricevuta!

Matteo Salvini ha puntato tutte le sue carte su alleggerimento fiscale, ordine e sicurezza che, stando ai trend del gradimento elettorale, lo porterebbero addirittura al 40 per cento su base nazionale. In questo, vedo la seguente sequenza mortale per far precipitare le Stelle. In primis, assecondare le rivendicazioni del Movimento per lo sforamento del deficit, portando alle estreme conseguenze lo scontro con la Commissione, destinato a obbligare Bruxelles alla bocciatura del Def seguita a ruota da quella di mercati e Agenzie di rating. Una volta degradati a bond spazzatura i titoli del debito pubblico italiano, Matteo Salvini getterà la spugna seguito a ruota da Luigi Di Maio.

Tuttavia, è chiaro che prima di andare a elezioni anticipate la Lega avrà buon gioco a predisporre la trappola della modifica dell’attuale legge elettorale, per assegnare un consistente premio al Partito di maggioranza relativa, in modo da precostituire un grande rassemblement elettorale conservatore (definizione che supera quella ormai logora di centrodestra) che inglobi gran parte di Forza Italia e Fratelli d’Italia sotto l’egida salviniana. Ai miliziani di Luigi Di Maio sarà poi lasciato il compito complementare di seppellire una sinistra già defunta.


di Maurizio Guaitoli