Mal di Francia

giovedì 18 ottobre 2018


Beccati con le dita nella marmellata. Dopo i fatti di Bardonecchia e Ventimiglia, quelle vecchie volpi dei gendarmi francesi ne hanno combinata una delle loro: si sono fatti sorprendere a Claviere mentre quatti quatti scaricavano una vagonata di clandestini in un bosco come fossero monnezza da buttare nel giardino del vicino antipatico.

Invitati a dare una spiegazione ufficiale, i “mangiaomelette” hanno raccontato che si trattava di un errore verificatosi a causa dell’inesperienza degli agenti coinvolti nello “sversamento di materiale umano”. Dei veri manigoldi da quattro soldi, dei buontemponi che vogliono farci credere che siamo di fronte al primo episodio increscioso e per giunta causato dall’iniziativa personale di qualche poliziotto sprovveduto.

Non ci volle la fatina cattiva in camicia nera per fare l’incantesimo e dire che si trattava di una paraculata perché ci ha pensato Amnesty International a denunciare “violazioni sistematiche dei diritti di rifugiati e migranti al confine franco-italiano, in seguito a una missione di osservazione realizzata il 12 e 13 ottobre, nella zona di Briançon, nelle Alpi francesi, non lontano dal villaggio italiano Claviere oggetto delle recenti polemiche legate allo sconfinamento della gendarmeria francese. Il Governo francese la smetta di fare orecchie da mercante”, scrive Amnesty in un documento pubblicato sul suo sito. Nella missione (12-13 ottobre) al confine franco-italiano, gli osservatori di Amnesty International France e di altre Ong hanno certificato una “lunga lista” di violazioni.

Fin qui una breve sintesi dei fatti che, in verità, nascondono due tipi di implicazioni: una puramente internazionale e l’altra più smaccatamente domestica.

Il silenzio, mai come in questo caso, è più eloquente di mille sciocchezze di Emmanuel Macron, l’amico di Roberto Saviano. Nessuna istituzione ha commentato l’accaduto (dall’Onu fino ad arrivare all’Unione europea) come a voler dimostrare che se gli italiani si rifiutano di essere il campo profughi del mondo sono vomitevoli e disumani mentre se i francesi nascondono una vagonata di clandestini sotto il tappeto (altrui) si tratta di una bagatella. Senza contare le implicazioni in termini di sicurezza europea. L’Europa non esiste e lo dimostra la pochezza delle sue politiche di controllo del territorio: chi erano i clandestini lasciati dai francesi sul suolo italiano? Perché proprio loro e non altri? Da dove venivano? Perché una manovra così furtiva? Domande a cui non verrà data alcuna risposta e che ci conducono dritti a quelli che possono definirsi riverberi di politica interna che la vicenda immancabilmente porta con sé.

Sì perché la richiesta di chiarimenti invocata da Giuseppe Conte o le parole sferzanti di Matteo Salvini all’indirizzo del gerontofilo presidente francese sono parole che si contrappongono in maniera debolmente stridente alle forzature (per atti concludenti) dei bulletti transalpini i quali sistematicamente violano il suolo italico facendo il loro comodo onde poi tornarsene a casa soddisfatti.

La domanda è: perché le nostre autorità di pubblica sicurezza non hanno mai reagito al sopruso? Non è forse il caso di rimuovere qualche dirigente quantomeno passivo? Da chi è arrivato l’ordine di non reagire o di non arrestare i gendarmi transalpini nelle innumerevoli occasioni in cui sono stati sorpresi a commettere reati? Non è forse arrivato il momento di prenderli a rivoltellate nelle terga?


di Vito Massimano