Si gloriano di firmare cambiali

È andato al Circo Massimo a festeggiare. E a gloriarsi: “Quando noi promettiamo, una cosa la facciamo”.

Avrebbe dovuto dire, intanto: “Quando promettiamo di fare qualcosa riusciamo a firmare cambiali con le quali pagarla”. Cosa alquanto diversa.

In effetti tutta Italia sta a sentire cose circa questa battaglia per portare in porto la “Manovra del Popolo”. Luigi Di Maio ha inventato il termine “Manovra del Popolo”. A ben vedere “manovra” nel linguaggio finanziario significa, poi, “indebitamento”. “Manovra del Popolo” è, dunque, “indebitamento del Popolo”.

Sembra sfuggito anche ai politologi, agli uomini delle banche e della Finanza pubblica che tutto questo gran casino tra gli stessi componenti del Governo e della maggioranza è scoppiato ed è andato avanti non per la “riforma”, per i “regali” a piene mani disinvoltamente elargiti al Popolo e all’elettorato, ma per le cambiali da firmare per poterne parlare. Perché una trovata, ad esempio, come quella del “Reddito di cittadinanza” non è cosa che si conclude firmando le cambiali più o meno legittimamente, e versando i soldi alla massa dei “poveri” così come definite dalle statistiche e dalle teorie sociologiche. Andate a distribuire il “Reddito di cittadinanza” e vedrete che organizzando tale distribuzione, affrontando il relativo contenzioso costa più della cifra da elargire al Popolo.

Pensate a certe zone geografiche e a certe categorie sociali: vi verranno i brividi. E così per le altre “Riforme per il Popolo” escogitate dal populismo nostrano. Del resto la “Manovra del Popolo” più che una “manovra” per sistemare il bilancio del 2019 è una baggianata per lanciare un nuoto tipo di campagna elettorale. Cambiali, cambiali e cambiali elettorali.

Aggiornato il 25 ottobre 2018 alle ore 11:01