Retromarcia sulla spending review sui superstiti della Shoah

Allarme rientrato. Dopo una telefonata della presidente delle Comunità ebraiche italiane al capo dello Stato, Sergio Mattarella, e dopo un successiva telefonata di quest’ultimo ai grandi pensatori di lotta e di governo giallo-verdi, gli ebrei superstiti di quelli che hanno subito deportazioni e discriminazioni razziali – e i loro parenti – riavranno la misera pensione da 500 euro al mese su cui i grillini avevano pensato bene di risparmiare.

Della serie: dimmi che spending review fai e ti dirò chi sei. Ad esempio, se per risparmiare soldi a favore di un ipotetico reddito di cittadinanza - che si allontana in realtà sempre di più - credi di risolvere qualcosa tagliando le pensioni ai sopravvissuti della Shoà, l’idea che uno si può fare è che tu sia quantomeno un menefreghista rispetto ai tremendi danni provocati dal nazi fascismo nel nostro paese.

Così come se, per lo stesso scopo di cui sopra, credi di risolvere qualche cosa tagliando i fondi per l’editoria e il pluralismo evidentemente sei uno che della libertà di stampa e di espressione garantita dall’articolo 21 della Costituzione “te ne freghi”. E infatti queste ideone vengono al versante grillino dell’attuale Esecutivo giallo-verde. Era stata ieri “La Stampa” a rivelare questa storia della cancellazione del fondo di 50 milioni per i superstiti e le famiglie dei superstiti dell’Olocausto. Riportando anche un indignato quanto disperato appello “a ripensarci” da parte della presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni.

Tutta fatica inutile si dirà, viste le tendenze di alcuni dei maggiorenti del Movimento Cinque Stelle, a partire dal capo in testa Beppe Grillo, passando per i vari Manlio De Stefano, Alessandro Di Battista e compagnia imprecante. Per fortuna ci ha pensato Mattarella. Ma intanto ieri i grillini si difendevano dalla figuraccia e dalla retromarcia parlando di fake news che invece erano verissime. Il vero lato inquietante di questa coalizione si dimostra quindi ancora una volta – o meglio, una volta di più – quello a Cinque Stelle.

Matteo Salvini sarà sicuramente un estremista di destra che gioca anche con le peggiori pulsioni popolari come il razzismo e la xenofobia per fare cassa elettorale. Ma almeno è una persona razionale, e con Israele ha sempre mantenuto ottimi rapporti. Discorso diverso per Luigi Di Maio e compagni: quelli sono degli “haters” anti israeliani a livello di social media e non solo.

Ora, con questa mossa di aver solo pensato e tentato di togliere le pensioni – da 500 euro al mese, si badi bene – ai reduci dei campi di concentramento come Auschwitz o Treblinka, hanno definitivamente gettato la maschera. E se qualcuno in futuro, anche in virtù di questa pensata da spending review improvvisata, li sospetterà di antisemitismo vero e proprio non potranno dolersene più di tanto.

Aggiornato il 30 ottobre 2018 alle ore 12:03