Un demente è per sempre, un diamante no

Vivere nell’epoca o nell’era geologica della post verità comporta per tutti noi le stesse difficoltà di adattamento che dovettero passare i nostri avi quando passarono dall’età della pietra a quella del bronzo.

Dice un aforisma che “l’età della pietra non finì di certo per mancanza di pietre”. Quando allora passerà l’età della menzogna e della propaganda posto che anche esse non finiranno con la loro epoca geologica? C’è poi una complicazione aggiuntiva: oggi nell’era della menzogna e della propaganda è ancora più difficile per il cittadino difendersi da uno stato manipolatore e tendenzialmente predone di quanto non lo fu per il suo antenato il difendersi dalle fiere durante la notte passata nelle caverne. Ogni giorno che Dio manda in Terra la prima cosa che un essere razionale deve fare in Italia (ma non solo) è quella di alzare una barriera contro qualche trovata di chi lo sgoverna. Di solito trattasi di barriera anti invadenza dello stato in ogni ambito dello scibile umano: il concetto è che ti devi mettere in mano dell’autorità. Confessandogli tutti i tuoi peccati e i tuoi debiti. Nella speranza che in qualche maniera ti vengano rimessi. Magari sotto forma di rottamazione o rateizzazione. Sennò perdi tutto e torni alla partenza.

Oppure vai direttamente al cimitero. I finanziamenti statali a settori importanti per la cultura e la libertà di espressione (editoria, teatro, cinema, lirica eccetera) sono visti con sospetto. Ma tutto ciò fa parte di un disegno non lucido e in qualche maniera auto germinato: sostituire gli uomini di cultura con quelli di fatica. Il mitico popolo – magari anche la plebe – che tutto deve prendere in mano: dal martello alla conduzione economica del Paese e magari domani anche del Continente europeo. È il famoso “Esperimento” di cui parla anche e soprattutto l’omonimo libro lungimirante e profetico di Jacopo Iacoboni a proposito della genesi “culturale” del movimento messo in piedi da Gianroberto Casaleggio. Un esperimento che in America ha avuto la “fortuna” di incarnarsi col progetto di Donald Trump. Che almeno un’idea di sviluppo economico, per quanto autarchica, ce l’aveva. Ma qui da noi, che si affida lo sviluppo industriale di un intero Paese a un trentaduenne tanto saccente quanto ignorante, come se ne esce?

Alla fine ci salverà Matteo Salvini (nomen omen) se si sbrigherà a stufarsi di dovere avere un partner di governo tanto impreparato quanto paranoide e irrazionale. Però il leader leghista deve sbrigarsi - da una parte - a passare all’incasso insieme a quel che resta del centro destra e – dall’altra – a smarcarsi da questa epoca di menzogne e propaganda becera che rischia di accomunarlo a Luigi Di Maio nel lungo periodo. Perché va bene i sondaggi ma oggi nulla sembra essere “per sempre”. Neanche un diamante. Mentre rischia di diventarlo un “demente”.

Aggiornato il 01 novembre 2018 alle ore 14:15