L’Italia di Orwell

A forza di evocarla è arrivata: la “orwellizzazione” su scala totale del Bel Paese. Oggi, se fosse vivo, George Orwell penserebbe all’Italia, più che alla ex Unione sovietica, come paese tipo della sua “Animal farm”. Dove tutti sono uguali ma con qualcuno più uguale degli altri. Nella “Fattoria degli animali” erano i suini – notoriamente – da noi i grillini. Gente che mette regole arbitrarie che poi per i loro militanti non si applicano, a determinate condizioni. Lo abbiamo già visto con il caso Raggi e il suo processo, e il bello deve ancora venire. In caso di condanna. Ma la “orwellizzazione” prevede anche il lato B, quello riservato agli altri. Ai cattivi. Agli evasori fiscali, veri o presunti. Ai corruttori. Alle lobby.

Ai “prenditori”, cioè gli imprenditori a loro ostili e via dicendo. E, come nel libro di Orwell, già si vedono i servi sciocchi e coloro che si adattano e tirano a campare con questo andazzo incredibile. Un esempio giornaliero si può subire guardandosi “Otto e mezzo”, dove una sera su due l’invitato d’onore, il pm in trasmissione, lo fa Marco Travaglio, con Lilli Gruber che fa la giudice non proprio terza. Magari seconda. Ma il colmo è l’avvocato d’ufficio, qualche sera fa  Massimo Giannini di “Repubblica” che, a tu per tu con il ministro Alfonso Buonafede – che odia “Repubblica” e che  si vantava di avere messo la prescrizione come emendamento dentro a un decreto che nulla c’entrava (cosa già più volte dichiarata incostituzionale, a cominciare dalla legge sulla droga, la famigerata Fini-Giovanardi, messa come una vacca dentro al decreto delle Olimpiadi invernali di Torino del 2006) – lo incalzava dicendo: “non basta”.

“Perché avete fatto i condoni”. E Bonafede di rimando: “Sì ma abbiamo previsto le manette agli evasori”. “Ma non basta, c’è il condono edilizio per Ischia”. E via delirando, in un crescendo di messaggi diseducativi per lo spettatore indotto a credere che la Costituzione sia quella sognata dai grillini e violentata dai vari Bonafede e Di Maio. E ipotizzata come un incubo ai tempi in cui Orwell scriveva i suoi libri dimostratisi profetici. Almeno per il nostro Paese. E forse per il Venezuela e per Cuba. Se non basta questo scempio diseducativo della tivù di Urbano Cairo, eccone un altro: “Panorama”, in edicola sta al primo numero a gestione sovranista dopo la vendita da parte di Mondadori al gruppo integralista cattolico che sta dietro anche alla “Verità” di Belpietro.

In copertina campeggia un Di Battista camuffato da Che Guevara che ci annuncia che dopo essere stato a lungo con i campesinos in Guatemala (https://www.youtube.com/watch?v=LrKG51TXmQs) è pronto a tornare in patria, novello eroe dei due mondi, per portarci il nuovo verbo rivoluzionario e terzomondista, in un Paese ormai allo stremo. Ecco, a forza di “mani pulite”, la “rete” di Orlando, Di Pietro in politica, Casaleggio in regia e grillini come punta di lancia di un esperimento illiberale, finalmente sta per avverarsi quell’incubo, che in realtà fu pensato per la prima volta dal Pci di Palmiro Togliatti, quando ipotizzava l’occupazione politica delle casematte della cultura. A cominciare dalla magistratura. E poco importa che l’attuale Pd sia terrorizzato e annichilito da questa prospettiva che si sta avverando grazie ai Cinque stelle. Il mostro uscito dal laboratori sinistrorsi dei dottori Frankenstein dalla politica italiana, ormai, è scappato e semina il terrore in mezzo a noi. Chi lo ferma più?

Aggiornato il 02 novembre 2018 alle ore 14:14