L’emiro che finanzia il terrorismo in visita di Stato

Aver contribuito, insieme alla Turchia di Recep Tayyip Erdoğan, a finanziare quello che poi sarebbe diventato lo Stato islamico, evidentemente da qualcuno deve essere stato considerato un titolo di merito per l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani. Tanto da convincere il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, ad invitarlo in Italia il 20 novembre per una visita di Stato certo non strombazzata – anzi alla chetichella – ma non abbastanza nascosta da sfuggire alla giornalista e scrittrice Souad Sbai (già deputata di Forza Italia nella scorsa legislatura), che giorni orsono si era dimostrata molto critica anche con la visita del vicepremier Matteo Salvini a Doha per incontrare l’emiro che adesso ricambia la visita.

Tamim bin Hamad al-Thani, così come Erdoğan, è anche uno dei peggiori nemici di Israele, dell’Egitto e dell’Arabia Saudita, appartenendo il suo network islamico a quello degli “Ikhuan”, cioè della Fratellanza Musulmana che proprio in Egitto è stata messa fuori legge dal generale Abd al-Fattah al-Sisi dopo la deposizione di Mohamed Morsi. Per la cronaca i “Fratelli” nel resto del mondo sono considerati adepti di una setta terroristica.

Spiega sempre Souad Sbai a “L’Opinione” che “il Qatar è da tempo sotto la lente della comunità internazionale per i suoi finanziamenti al terrorismo e ai gruppi legati alla Fratellanza Musulmana, nonché per le violazioni dei diritti umani e per la violenta repressione dell’opposizione interna, come denunciato dalle Nazioni Unite e da organizzazioni come Amnesty International”. E aggiunge: “Questo è il profilo di uno Stato canaglia, con cui l’Italia non dovrebbe intrattenere relazioni di partenariato”. Certo, il Qatar è anche un Paese pieno di soldi e di fondi sovrani che hanno interessi in Italia tra cui la sponsorizzazione di squadre di calcio di serie A.

Ma questa maniera di intendere la realpolitik poi cozza con la pretesa di tenere lontana la predicazione dell’estremismo islamico dall’Italia, visto che l’emiro in questione sovvenziona anche la rete della predicazione (“dawa”) della stessa fratellanza con relativo contorno di moschee fai-da-te. Spiega sempre la Sbai, che “attraverso l’arma delle sue immense risorse finanziarie, il Qatar sta comprando l’accondiscendenza del mondo della politica, dell’economia e di altri settori di cruciale importanza della classe dirigente italiana, che sembra aver ormai abbassato ogni difesa nei confronti dell’avanzata dell’agenda islamista del regime di Doha e dei Fratelli Musulmani in Italia”. E poi aggiunge: “Mi appello al grande senso istituzionale del presidente Mattarella, affinché revochi la decisione di ricevere l’emiro al-Thani, cogliendo in tal modo l’opportunità di dare avvio a un nuovo corso nelle relazioni tra Italia e Qatar”.

C’è da giurarci che ci saranno anche manifestazioni di protesta contro questa visita, magari organizzate dalle comunità delle donne marocchine in Italia, le più evolute a livello di femminismo militante in tutto il mondo islamico.

Laddove il Qatar – nella questione femminile - invece è ancora un esempio di oscurantismo medievale.

Aggiornato il 16 novembre 2018 alle ore 11:16