Il ministro Tria medita un’uscita di scena onorevole

Al di là delle smentite di Luigi Di Maio, Giovanni Tria appare sempre più isolato all’interno del governo gialloverde. Fonti vicine a Palazzo Chigi sostengono che il ministro dell’Economia si sia presentato carico di faldoni all’ultimo Consiglio dei ministri. Tria sarebbe arrivato con un anticipo di due ore. Avrebbe incontrato il ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco e il premier Giuseppe Conte. Ma all’inizio del vertice, Tria si sarebbe volatilizzato. E con sé avrebbe portato via i faldoni. Matteo Salvini e Luigi Di Maio non si sarebbero infastiditi. Infatti, c’è chi li racconta, addirittura, sollevati. Anche Conte sarebbe apparso sereno. Di Maio avrebbe confermato: “Tria assente? Si parlava di emendamenti”. Eppure si è affrontato il nodo relativo alla legge di Bilancio. Materia quasi esclusiva di Tria.

Martedì 11 dicembre potrebbe essere la data di non ritorno. La data delle dimissioni di Tria. Nello stesso giorno, e non è affatto casuale, Conte dovrebbe incontrare a Bruxelles il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker. La circostanza sarebbe clamorosa. Fonti vicine al governo raccontano che Salvini e Di Maio si troverebbero in disaccordo su tutto, tranne che su Tria. Il ministro dell’Economia verrebbe visto come il possibile capro espiatorio da immolare sull’altare dell’Europa. Già. Il più europeista dell’esecutivo potrebbe essere tacciato di antieuropeismo. In buona sostanza, sarebbe stata sua la responsabilità di una manovra scriteriata. A quel punto, l’umiliazione per Tria sarebbe intollerabile. Per queste ragioni, il titolare di Via XX Settembre mediterebbe un’uscita di scena onorevole.

Aggiornato il 07 dicembre 2018 alle ore 16:39