Ponte Morandi, “ricostruisce Salini-Fincantieri”

Il ponte Morandi sarà ricostruito sulla base del progetto di Renzo Piano. La realizzazione sarà affidata a Salini Impregilo, insieme a Fincantieri e Italferr. Il commissario Marco Bucci ha seguito la linea del governo gialloverde. Guarda caso, subito dopo il crollo del viadotto Polcevera a Genova, nel quale morirono 43 persone, il Movimento cinque stelle caldeggiava l’ipotesi che ora viene confermata dal sindaco-commissario. Dunque, sarà fuori la friulana Cimolai, che si era proposta insieme al celebre architetto Santiago Calatrava. Le preoccupazioni fondate di Bucci riguardano i sicuri ricorsi delle imprese escluse, che potrebbero rallentare ulteriormente l’inizio dei lavori. Per queste ragioni, il sindaco di Genova ha provato a riunire i principali progetti in gara prendendo il meglio da ciascuno. Ma la trattativa si sarebbe fermata di fronte al “niet” del governo. Così, l’unico progetto possibile è risultato quello della Fincantieri.

Ai microfoni di “Radio Anch’io” il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha sostenuto il nuovo ponte “a fine 2019 sarà già in piedi e all’inizio del 2020 al massimo verrà inaugurato, magari addirittura a fine dicembre”. Non a caso, già da fine agosto i pentastellati ripetono che “il ponte sarà ricostruito da Fincantieri”. Ma bisogna affrontare anche la partita della demolizione. Che lunedì ha subito un primo stop. Disco verde per i monconi ovest, ma restano i problemi per i monconi della parte est, dove incombono le pile 10 e 11, rimaste in piedi dall’estate. Si prevede una demolizione con due tecniche: lo smontaggio dell’impalcato e l’uso dell’esplosivo per i tiranti. Ma questa seconda ipotesi registra la contrarietà di consulenti e periti.  Il rischio è che si possano perdere resti del viadotto che rappresentano delle possibili prove.

Aggiornato il 18 dicembre 2018 alle ore 13:30