Il reddito di cittadinanza non s’ha da fare

L’Inps è un groviglio inestricabile e inestricato. Chi ci metterà razionalmente mano, svelerà agli italiani l’inimmaginabile: ovvero conti totalmente fuori controllo. A questo caos di mala economia e casse scassate dello Stato italiano, gli ultimi arrivati, cioè gli ex disoccupati Cinque stelle che oggi si sono insediati nelle poltrone super stipendiate pubbliche parlamentari, vogliono aggiungere disastro su disastro, cioè regalare soldi pubblici - i nostri soldi - ai nullafacenti e improduttivi italiani. Premesso che i soldi si producono con il lavoro ed il sudore della fronte, e che solo con la produttività e produzione il nostro Paese può creare e dare lavoro eliminando la disoccupazione e la povertà, e costringendo i nullafacenti a fare e produrre anche essi, oggi i grillini incassatori dello stipendio - nostro - pubblico aggiungono danno alle casse dello Stato su danno.

In Italia nessuno fa il lavoro pubblico per il quale è pagato con i nostri soldi. Se si va a vedere bene la dirigenza stessa dell’Inps è tutta irregolare: neanche i concorsi hanno fatto, si sono autonominati per prendere lo stipendio pubblico e non fare alcunché. Figuriamoci quando, una volta entrata in vigore la dissipazione pubblica del reddito di cittadinanza grillino, chi controllerà cosa? Lega e Cinque stelle stanno perdendo tempo utile. Stanno, conniventi, dissipando soldi pubblici. Comunque la si metta, il reddito di cittadinanza porta il Paese in un gorgo da cui non si riprenderà. Può la Lega, a cui fanno capo gli imprenditori italiani, avallare un tale disastro? Ed al di là della Lega, possono gli italiani ammettere una misura così evidentemente autolesionista? Le tasse vanno abbassate, bisogna fare e introdurre investimenti, e questo governo si occupa di regalare soldi ed incasinare i conti - altro che riordinare - di noi tutti. Cada il governo sul reddito di cittadinanza. Si vada a votare di gran carriera. La strada della risalita in Italia e per l’Italia è da un’altra parte.

Aggiornato il 14 gennaio 2019 alle ore 16:28