Volata finale su quota 100 e reddito di cittadinanza

Volata finale dell’esecutivo gialloverde per approvare il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni con quota 100. Il Consiglio dei ministri che approverà le due misure si terrà giovedì 17 gennaio. È quanto ha annunciato il vicepremier Luigi Di Maio. “Arriverà l’approvazione definitiva del reddito di cittadinanza – ha affermato – le imprese che assumeranno chi beneficia del reddito di cittadinanza avranno sgravi fiscali fino a 18 mesi e saranno tagliate anche le pensioni dei sindacalisti. Stiamo provando a far virare una petroliera, una grandissima nave che stava andando a schiantarsi contro gli scogli”.

In realtà, le misure dovevano essere state già approvate la settimana scorsa. Il ritardo ha creato dubbi inevitabili. Il premier Giuseppe Conte ha ribadito la complessità del provvedimento su cui il governo sta “lavorando da mesi e che vuole fare bene”. Lo slittamento alla prossima settimana dipende dal parere chiesto alla Ragioneria. Ecco alcune novità del testo: dopo un anno mesi se il beneficiario del reddito di cittadinanza rifiuta un’offerta “congrua di lavoro” perderà il diritto. Nel decreto sta scritto che “decade dal reddito di cittadinanza chi rifiuta un’offerta di lavoro congrua, dopo averne già rifiutate due, ovvero, indipendentemente, dal numero di offerte precedentemente ricevute, rifiuta una offerta congrua dopo il dodicesimo mese di fruizione del beneficio”.

Il ruolo dell’Inps in questo nuovo quadro normativo è fondamentale. “L’Istituto – si legge nel decreto – è autorizzato a inviare comunicazioni informative mirate sul reddito di cittadinanza ai nuclei familiari che a seguito dell’attestazione dell’Isee presentino valori dell’indicatore o di sue componenti compatibili”. Nel provvedimento si ritroveranno “misure non monetarie ad integrazione del reddito di cittadinanza, quali misure agevolative per l’utilizzo di trasporti pubblici, di sostegno alla casa, all’istruzione e alla tutela della salute”.

Altra questione dirimente riguarda quota 100. La bozza prevede che i dipendenti statali possano prendere la buonuscita quando matureranno i requisiti della legge Fornero ma il ministro della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, e il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, hanno garantito che gli statali avranno la possibilità di avere il Tfs subito grazie ad una convenzione che sarà firmata con gli istituti bancari. Non è ancora chiaro se gli interessi saranno a totale o parziale carico dello Stato.

Aggiornato il 14 gennaio 2019 alle ore 12:35