Strasburgo, Di Maio e Di Battista: “Marchetta francese”

Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista preparano la campagna elettorale per le Europee. E decidono di polemizzare a proposito della sede del Parlamento europeo di Strasburgo. “Questa è una marchetta francese da chiudere il prima possibile”, dicono in coppia i due leader pentastellati nella città francese. “Il movimento – sostengono i due in un video su Facebook – deve battagliare: ci fanno le pulci sul 2,4 per cento e poi buttano 200 milioni di euro l’anno. Quindi una legislatura costa un miliardo di euro”. Il vicepremier sottolinea il cosiddetto “caro prezzi”: “Quando ci si riunisce qui a Strasburgo – afferma – diventa la settimana del Parlamento. Serve anche a far girare l’economia. Non è solo uno spreco, ma il simbolo dell’arroganza dell’Ue che a noi rompe le scatole sulle pensioni di invalidità. Cominciamo a eliminare le marchette europee e a recuperare risorse. Qui dentro c’è una seduta plenaria. Noi non entriamo, ci vediamo nei prossimi giorni”. La conclusione spetta a Di Battista: “Macron e i francesi danno lezioni sui parametri, quando poi i primi a sprecare sono altri. Questa ipocrisia deve finire”.

Maurizio Martina, candidato alla segreteria del Pd, ai microfoni di “Circo Massimo” su Radio Capital ironizza sui capi grillini. “Di Maio e Di Battista – sostiene – parevano una brutta copia di Verdone e della Sora Lella. Noi siamo alternativi a queste cose”.

Frattanto, proprio a Strasburgo oggi è stata avviata la seduta plenaria per la celebrazione dei vent’anni dell’euro. Presenti in aula oltre al presidente del l’Europarlamento Antonio Tajani, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, il presidente della Bce Mario Draghi, il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, il presidente della Commissione problemi economici e monetari dell’Eurocamera Roberto Gualtieri, oltre all’ex presidente della Bce Jean-Claude Trichet.

Un gruppo di eurodeputati della Sinistra unitaria europea ha messo in scena una contestazione durante la celebrazione. Gli europarlamentari hanno mostrato cartelli critici verso le politiche economiche dell’Ue. L’italiana Eleonora Forenza ha esposto la scritta: “Vent’anni di attacchi ai servizi pubblici”. Tra le frasi esposte anche: “Vent’anni di neo-liberismo”, “Vent’anni di restrizioni salariali”, “Vent’anni di stagnazione”.

Aggiornato il 15 gennaio 2019 alle ore 14:49