Corte Conti: Fondi Ue al palo, impegnato solo un terzo

L’Italia sta migliorando nell’impegno e nella spesa di Fondi europei - per i quali resta peraltro un contribuente netto - ma nonostante i passi avanti compiuti negli ultimi tempi non riesce ancora a spendere se non una piccola parte di quanto programmato, confermando debolezze e difficoltà ormai consolidate negli anni. Il quadro emerge dall’ultima relazione della Corte dei Conti sui rapporti finanziari tra l’Italia e l’Unione europea.

La Corte ha riscontrato una certa accelerazione, in termini di volume sia di impegno che di spesa, nel corso del 2018, che presenta, nella maggioranza dei casi, “un discreto incremento percentuale”, sia negli impegni che nei pagamenti, rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il dato complessivo al 31 ottobre 2018 raffigura una situazione per cui, su una programmazione totale di 54,2 miliardi per l’Obiettivo “Investimenti per la crescita e l’occupazione”, sono stati impegnati fondi per circa 17,6 miliardi (pari al 32,42%) ed effettuati pagamenti per poco meno di 7 miliardi (12,85%). Restano peraltro confermate “le consuete differenze” di realizzazione tra le regioni più sviluppate, che risultano più efficienti, e quelle meno sviluppate. Il tutto nonostante l’Italia si confermi un contributore netto per oltre 4 miliardi nel 2018 con tutto l’interesse dunque ad impiegare più fondi possibili. Tra i Paesi per i quali gli esiti della Programmazione 2007-2013 sono ormai definiti, la Corte evidenzia infine anche un nuovo fenomeno: quello delle “restituzioni” dovute alle rettifiche operate in sede europea.

Ad un primo esame globale sul sistema europeo i magistrati hanno riscontrato un’incidenza tutt’altro che irrilevante: 12% sul totale delle entrate pari a 139 miliardi di euro nel 2017, cui consegue la diminuzione del peso delle risorse proprie che si attestano all’83%, rispetto al 91,7% dell’anno precedente.

Aggiornato il 15 gennaio 2019 alle ore 19:48