Mogherini: “Pronti a chiudere Sophia se Italia non la vuole”

mercoledì 23 gennaio 2019


L’Unione europea è pronta a chiudere l’operazione Sophia. È quanto riferiscono fonti vicine all’alto rappresentante per la politica Estera dell’Unione europea, Federica Mogherini. “L’Operazione Sophia – fanno sapere – è stata ed è ancora un’eccellenza della politica di difesa europea. Ha contrastato il traffico di esseri umani nel Mediterraneo fino quasi a fermarlo del tutto, addestrato la Guardia costiera libica, e salvato vite. Sophia ha portato tutta l’Ue nel Mediterraneo, dove l’Italia era sola prima del 2015. Se oggi l’Italia, che ha il comando e il quartier generale dell’operazione, non vuole più Sophia, siamo pronti a chiuderla”. La missione è stata avviata ufficialmente il 22 giugno 2015. Adesso è in una fase di proroga. Lo scorso 21 dicembre il Consiglio d’Europa ha esteso il mandato dell’operazione fino al 31 marzo 2019. Ad oggi partecipano 26 su 28 nazioni europee. Per l’Italia è previsto un impiego massimo di 470 militari, una nave e due assetti aerei.

Dopo la notizia che la Germania intende sospendere la sua partecipazione all’operazione Sophia, il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini ha scritto su Twitter: “O cambiano le regole o finisce la missione”. Il leader leghista è tornato sulla questione stamattina, ai microfoni di Radio Anch’io”, su Radio Uno. “La missione navale Sophia – ha detto – ha come ragione di vita che tutti gli immigrati soccorsi vengano fatti sbarcare solo in Italia. Accordo geniale – ha ironizzato – sottoscritto dal governo Renzi, non so in cambio di cosa”.  

Dure critiche a Salvini arrivano dall’opposizione. Il senatore Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri al Senato, ricorda a “tutti che l’operazione Sophia ha permesso un’azione coordinata e importante di contrasto al traffico di essere umani l’Italia è alla guida oggi di questa operazione. Le minacce di Salvini che si dice pronto ad abbandonare questa operazione per ritorsione contro la Germania sono gravi, sbagliate e dimostrano che il governo non vuole affrontare in modo serio il problema dei flussi migratori ma solo agitare il tema immigrazione per fare propaganda”. Secondo il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, “la missione Sophia è di interesse nazionale e va conservata. Si può modificare, si può rafforzare ma bisogna costringere tutti i paesi europei ad essere parte di un’azione contro l’immigrazione. Deve esserci più solidarietà da parte degli altri Paesi dell’Ue. L’immigrazione non è una questione che riguarda solo il sud e non è neanche una questione che riguarda solo la Germania quando si tratta dei profughi siriani”. Per il coordinatore nazionale di Articolo Uno-Mdp, deputato di Leu, Roberto Speranza, “stanno mettendo a rischio l’operazione Sophia, unico intervento europeo nel Mediterraneo e continuano con clamorosa disumanità sull’accoglienza dei migranti. Sono armi di distrazione di massa sui fallimenti delle politiche economiche che stanno portando il Paese alla recessione”.

Ma per l’europarlamentare del Movimento 5 stelle Laura Ferrara, quanto sta accadendo con la missione Sophia “dimostra la palese incapacità dell’Europa nel dare risposte comuni a un fenomeno di portata mondiale e che viene alimentato anche dal comportamento neo-coloniale di alcuni Stati europei”. Sulla questione è intervenuta la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta. “Vogliamo che Sophia resti operativa – ha detto – ma a patto che cambino le regole”. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi precisa che “L’Italia non ha mai chiesto la chiusura di Sophia. Ha chiesto che siano cambiate, in rigorosa e doverosa coerenza con le conclusioni del Consiglio Europeo di giugno 2018, le regole relative agli sbarchi delle persone salvate in mare”. “Gli accordi dell’aprile 2015 – sottolinea una nota della Farnesina – prevedono che i migranti siano sbarcati sempre in Italia, mentre il Consiglio Europeo del giugno scorso ha esortato gli Stati Ue alla piena condivisione di tutti gli oneri”.

Frattanto, si registra una precisazione dell’ammiraglio Enrico Credendino, comandante dell’operazione Eunavfor Med Sophia. “Ne abbiamo parlato ora con i tedeschi – ha detto – la Germania non si ritira dall’operazione, rimane uno dei partner e dei contributori principali”. Secondo Credendino, “la nave che doveva arrivare il 6 febbraio è stata designata, rimarrà in Germania pronta a muovere in due settimane, in attesa che si chiarisca la situazione dei porti di sbarco e il futuro dell’operazione”.


di Mino Tebaldi